Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Tratto da The chocolate cobweb di Charlotte Armstrong, con una sceneggiatura firmata dal regista insieme a Caroline Eliacheff (già con Chabrol per Il buio nella mente, 1995, e ancora al suo fianco per Il fiore del male, 2003), Grazie per la cioccolata è l'ennesima incursione di Chabrol nelle fitte e oscure trame della ragnatela della famiglia borghese benestante, in cui si annidano misteri, occultamenti e segreti indicibili. Girato con la consueta pacata cura, dato il ritmo piuttosto basso che lo contraddistingue, il film trova il suo motivo principale di appeal nella presenza della sempre encomiabile Isabelle Huppert, che Chabrol aveva già utilizzato numerose volte fin da Violette Noziere del 1977. Degna di nota anche la figura enigmatica (e la prestazione) di Anna Mouglalis, che contribuisce quindi a caratterizzare al femminile la pellicola; colpisce inoltre per la sua patina avvolgente la fotografia di Renato Berta (già con Malle, Resnais, De Oliveira e molti altri grandi nomi). Come di consueto nel cinema di Chabrol, lo scorrere apparentemente pacifico o comunque privo di netti, profondi traumi, da parte della trama è sempre accompagnato in sottofondo dal crescere di un'insospettata inquietudine, che qui sfocia in tutto il suo impeto nella scena conclusiva. Musiche di Matthieu Chabrol, figlio del regista e suo abituale collaboratore, improntate sul pianoforte, strumento al centro della storia. 6/10.
Andrè è un affermato pianista, la moglie Mika è proprietaria di una grande ditta di cioccolato; con loro vive il figlio della prima moglie di Andrè, Guillaume. Un giorno si presenta alla loro porta Jeanne, coetanea di Guillaume che sostiene di essere stata scambiata con lui nella culla: l'innato talento pianistico della ragazza lo dimostrerebbe.
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