Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Come è ben noto, il tema prediletto di Claude Chabrol era il marcio che si nasconde dietro la facciata educata e perbene della famiglia borghese. In Grazie per la cioccolata lo affronta ancora una volta con le cadenze pacate di un thriller insolito, che non ha bisogno di inseguimenti, colpi di scena o morti violente per avvincere. O meglio, tutti questi elementi ci sono, ma quasi non si notano tanto sono nascosti dietro l’apparente cordialità degli ambienti che il film descrive; cordialità a cui il titolo, ovviamente, allude. Siamo in Svizzera, dove il famoso pianista André Polonski e la presidentessa dell’industria del cioccolato Mika Muller si sposano per la seconda volta: dopo aver divorziato da lei, infatti, il concertista aveva sposato Lisbeth, da cui aveva avuto un figlio, Guillame. La vita apparentemente normale della coppia viene sconvolta da Jeanne, un’aspirante pianista che ha appreso di essere stata scambiata, forse, al momento della nascita con Guillame. Con un sapiente utilizzo dell’ellissi narrativa e uno stile limpido e asciutto (a tratti forse anche troppo), Chabrol indaga inquadratura dopo inquadratura l’anatomia del crimine, coadiuvato da un cast eccellente, Isabelle Huppert in primis. Che sembra nata per interpretare personaggi disperati che, avendo assorbito sotto pelle le conseguenze del loro passato, riempiono i loro vuoti interiori come possono: solo l’anno successivo l’attrice parigina interpreterà La pianista per Haneke. Come quel film, però, purtroppo anche il film di Chabrol scade lievemente nel finale quando, sciolto il mistero e svelati gli avvenimenti, si trova a dover giustificare in qualche modo le ragioni degli atti compiuti. A quel punto è evidente che non possono bastare poche battute per rendere pulsante il fallimento di una vita che può aver portato a compiere simili azioni; anche se il film, in realtà, aveva già disseminato in precedenza numerosi indizi al riguardo (ad esempio, Mika che a tavola dice che non bisogna mai litigare coi propri genitori). Ma è un peccato veniale, perché per un’ora e mezza Grazie per la cioccolata — tratto dal libro The Chocolate Cobweb di Charlotte Armstrong — intriga e fa riflettere, con una suspense che cresce ad ogni nota di pianoforte ed un’orrida consapevolezza che si solidifica sempre più man mano che si realizza che il Male è tanto più agghiacciante quanto più, originandosi dalla mancanza di affetto e dolcezza, finisce per assumerne quasi le medesime forme. Quelle di una tazza di cioccolata nera bollente, appunto. VOTO: 4/5
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