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Il Golem – Come venne al mondo

Regia di Paul Wegener, Carl Boese vedi scheda film

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La recensione su Il Golem – Come venne al mondo

di alan smithee
8 stelle

Locandina originale

Il Golem – Come venne al mondo (1920): Locandina originale

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI

Nella Praga di inizi '900, l'astio degli abitanti nei confronti della laboriosa e arricchita comunità ebraica, dedita a commerci di ogni genere, provoca vere e proprie sommosse popolari.
Preoccupato della situazione ingovernabile, il rabbino capo, consultandosi con alcuni astronomi della comunità, approfitta della congiuntura astrale di quelle notti per forgiare una creatura d'argilla, su cui dirigere la forza astrale che egli riesce a trasferire dalla volta celeste.
La creatura, una volta plagiata, prenderà vita grazie ad un amuleto magico che la rende viva, potente, ma assoggettata alla volontà ed ai progetti del rabbino.
Che tuttavia vede perdere progressivamente il controllo su quell'essere greve e goffo, ma potentissimo, in grado di maturare esperienze di vita e gestire poco per volta sensazioni e stati d'animo che lo portano a disobbedire all'ordine e alla forza che tenta di governarlo, imparando anche ad avvicinarsi all'amore e all'innamoramento.
Sarà fermato in extremis, ormai completamente fuori controllo, grazie all'intervento fortuito della potenza disarmante dell'innocenza adolescenziale.
Parabola attualissima anche ai tempi, in grado di lanciarsi di peso su problematiche spinose come l'intolleranza razziale e religiosa che avrebbe nei decenni successivi provocato la strage dell'Olocausto, Der Golem- Come venne al mondo è in realtà l'ultimo film di una trilogia co-diretta dal protagonista corpulento Paul Wegener (noto attore, sceneggiatore e regista tedesco dell'epoca del muto, qui coadiuvato nella parte tecnica da Carl Boese), ma l'unica pellicola sopravvissuta ai nostri giorni. Strutturato come un prequel, il film si sofferma sulla genesi che diede alla luce la creatura.
Grandi scenografie dipinte e costruite con grande perizia da scultori ed artisti vicini al regista ed attore, cinema nel cinema che dà alla pellicola una struttura narrativa ambiziosa e complessa.
Un capostipite della celebrazione del mito della forza bruta, prima di Frankestein, prima di King Kong, dell'essere fuori dal comune e per questo usato ed emarginato, anticipatore dei tempi, sia dal punto di vista tecnico che dei tragici contenuti che fanno da sfondo alle gesta della creatura.
Un capolavoro ristrutturato in occasione della 75° Mostra del cinema veneziana, che lo ha scelto come pre-apertura dell'edizione 2018.

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