Regia di Paul Wegener, Carl Boese vedi scheda film
Il cinema dei primordi, soprattutto se fantastico o comprendente elementi fantastici, è sempre affascinante e anche un po' misterioso. qui, ad innalzare il livello di fascino vengono in aiuto soprattutto le scenografie, originalissime e "organiche", che danno l'impressione, appunto, di trovarsi all'interno di corpo umano. Come molte altre leggende - quelle di Dracula, Don Giovanni e via dicendo, largamente diffuse nella cultura popolare prima e poi in genere "formalizzate" attraverso la letteratura, alla quale il cinema a sua volta si ispira -, la vicenda del Golem è una delle più frequentate e note, probabilmente, della tradizione ebraica. La trama si fonda sul contrasto tra forza incontrollata e intelligenza, ma molte sono le dicotomie esistenti. Mi ha colpito molto che il Golem prenda vita grazie ad una parola sussurrata dall'oscurità (rappresentato molto efficacemente da una sorta di mummia, scheletro; la morte): è quindi la forza spirgionata dal male, che può essere usata per scopi buoni o, può provocare del male. Finale poetico.
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