Regia di Enrico Coletti vedi scheda film
Bibo è un imitatore che fa televendite in tv. Popolarissimo, è felicemente sposato e ha tre bellissime figlie. Ma qualcosa dentro di sé lo turba, e l’incontro con un senzatetto cambia la sua vita.
(Citando a memoria) “Ora attaccheranno New York!” “Perché?” “Perché quando succede una catastrofe attaccano sempre New York, le due torri…”. Verso la fine di Bibo per sempre c’è questo scambio di battute fra Teo Teocoli e Marco Della Noce, protagonista e spalla del film, che risulta a dir poco profetico visto che la pellicola è uscita nel 2000; certo, come profezia siamo ampiamente nei territori di Cassandra, ma ciononostante quanto sostenuto dai due interpreti è effettivamente avvenuto, solamente pochi mesi più tardi. Bibo per sempre è una pellicola semisconosciuta, peraltro una delle pochissime che vedono Teocoli protagonista assoluto, finita in frettissima nel dimenticatoio ed è suggestivo, ma certamente sbagliato, pensare che quel dialogo inquietante possa aver influito sul declino del lavoro; molto più probabile è invece il fatto che il film sia stato snobbato dal pubblico perché bruttarello. E dire che alla base c’era un progetto assai ambizioso e neppure impraticabile: cucire addosso all’attore milanese (ma pugliese di origine) un copione in cui potesse sbrigliare tutte le sue capacità di mattatore, nella miglior tradizione dei Gassman e dei Chiari. E invece il risultato è piuttosto deludente, tanto che viene da chiedersi cosa ci faccia il nome di Tonino Guerra (!) sul copione, accanto a quello di Teocoli. Bibo per sempre è una scombinata sequenza di sketch ridanciani e spesso prevedibili, con un ritmo basso e personaggi macchiettistici; ma il nome del poeta di Santarcangelo di Romagna non è l’unica sorpresa di questo lavoro, che vede infatti nel cast, nei panni del senzatetto (personaggio fondamentale della trama), nientemeno che lo scrittore cileno Luis Sepulveda, alla sua prima e ultima esperienza attoriale. Fra gli altri interpreti si segnalano poi Anna Galiena, Ramona Badescu, Giorgio Gobbi e Regina Nemni. La confezione circa televisiva offre poi ulteriori spunti di critica. Peccato. 3/10.
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