Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Roma-cantiere. Roma-crocevia di etnie, scambi, dispersioni e fughe. Temperatura al suolo 40°. La metropoli grezza e fatiscente fotografata da Garrone lascia intravedere quel pò di sè non adombrato dal sole. La luce è discreta, e indagatrice, e impietosa. Il gioco di specchi ustiona. Si scende attraverso e lungo scale a chiocciola senza un arrivo. Senza un(a) fine apparente. Umanità, esposta. Davvero adatti gli attori - Rossella Or su tutti. Garrone ha visto tanto Moretti. E sa ritrarre come pochi l'esclusivamente umana predisposizione all'umiliazione, di sè in primo luogo. Alla privazione, all'attesa e alla resa, al moderno errare. Scelte-non-scelte, lancinanti sguardi che spogliano, ludibrio com-passionevole. E' ancora, prima del paesaggismo di maniera de 'l'imbalsamatore', cinema vero. E DOLENTE. Tornerà ad esserlo con 'primo amore'. Dis-apparenza.
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