Regia di Matteo Garrone vedi scheda film
Estate romana, il terzo lungometraggio firmato da Matteo Garrone, è un film sulla disillusione, sulla presa di coscienza dei limiti propri e dell'arte odierna, con particolare ed evidente riferimento al teatro. Fin qui tutto bene, le ambizioni non sono poche e già il regista aveva mostrato di disporre di ottime qualità nei due precedenti lavori; in questo caso però la volontà di aggredire lo spettatore (luci naturali, montaggio spesso secco, pochissime musiche e pressochè mai extradiegetiche - quelle poche sono comunque a carico della Banda Osiris, dialoghi 'veristi') sorpassa quella di imbastire una narrazione logica o accattivante; la trama della sceneggiatura (Garrone e Massimo Gaudioso ne sono gli autori) è frammentaria e indecisa, mentre il fulcro dell'opera si rivela negli scenari metropolitani e nella recitazione degli interpreti. Dotati, sì, ma teatrali in maniera fin troppo esplicita, con una quasi totalità di nomi sconosciuti se si eccettua un paio di comparsate (Victor Cavallo e Paolo Sassanelli). Estate romana è un piccolo (e grande, per le suddette ambizioni) collage che si snoda attorno alla piccola (e grande, nel senso di comune a tanti) storia della protagonista. 4,5/10.
Un'attrice teatrale torna a Roma dopo anni di assenza, decisa a cambiare vita. Ma i suoi dubbi non sono che amplificati dagli amici disillusi più di lei e dall'estate romana che intanto trascorre.
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