Regia di Howard Deutch vedi scheda film
Capolavoro! E non è una provocazione. Okay, forse a metà. E' un film d'intrattenimento da studiare nelle scuole di cinema sul "come fare un film idiota senza trattare lo spettatore da idiota". D'altronde ci sarà sempre qualche regista che finirà a fare questi film, perciò che si studiasse Le Riserve e li girasse come si deve.
Tutti sappiamo che i film sono divisi in generi, giusto? Ma oltre la classificazione tassonomica ci sono dei raggruppamenti basati sull'intento della produzione, cioè dove il film si piazza sul mercato e qual è il target. Lo sapevate? No? Ora ve lo spiego io. Dunque, ci sono i film "per la famiglia", i film "per adolescenti", i film "impegnati", i film "in cui i personaggi stanno in silenzio e vengono inquadrate le mani, così sembra un film impegnato", i film "che hanno già comprato l'Oscar, tipo biografie di personaggi storici o lotte per i diritti che vanno più di moda", e così via. Tra questi vi troviamo anche il film "d'intrattenimento", detto anche "film inutile" o "film idiota", a volte chiamato informalmente "blockbuster", se ha successo. Dicesi "puro film d'intrattenimento", un film solitamente estivo ma sicuramente vuoto di ogni contenuto e spessore, con il solo scopo di dare allo spettatore un'ora e mezza di meraviglioso lobotomizzante divertimento.
Le Riserve, tecnicamente parlando, è un capolavoro del film idiota.
Sono ormai una quarantina d'anni che tra alti e bassi(ssimi) viviamo il cinema commerciale, quello che Coppola definì un'industria farmaceutica, con i film fatti in serie, tutti uguali, dall'idea, alla struttura, alla regia. Siamo talmente anestetizzati e diseducati al buon cinema che abbiamo imparato ad accettare passivamente, quando guardiamo un film, tutte quelle scene trite e ritrite e standardizzate che invece dovrebbero spingerci a prendere torcie e forconi e dar fuoco all'intera sala cinematografica (e morire anche noi lì dentro come topi; d'altronde il cinema è morto, che si campa a fare?). Quante volte vi capita mentre guardate un film, di avere l'impressione di dejavù?, cioè che quella scena becera, quel discorso posticcio, quel primo piano insulso dello sguardo del protagonista, che quella pausa ridicola prima di una bella frase ad effetto, insomma, quante volte avete la sensazione di aver già visto tutto, o meglio, di aver visto così tanti film e così tutti uguali che ci si sente di conoscere tutto il cinema a memoria? Vi è successo? Se si, allora amate la settima arte più di quanto pensiate. Lo so perché vuol dire che ne vedete i difetti e non vorreste vederla soffrire così tanto. E' vero o no? Io ti vorrei consigliare subito di licenziarti dal lavoro, divorziare eo piazzare i tuoi figli in un orfanotrofio, e poi chiuderti in casa e per tutta la vita fare l'amore con Lang, Tarkovsky, Kurosawa, Ford, Hawks, Wilder, Antonioni.... ma non lo farò. Oggi ti dirò di guardarti Le Riserve. E non farti ingannare dalla mia ironia da quattro soldi, non scrivo nulla che non penso.
Perché Le Riserve è un capolavoro (e nessuno lo sa)?
Negli anni '90 la tv e il cinema avevano finalmente preso consapevolezza della propria ormai incontenibile e ripetitiva retorica. In tv I Simpson insegnano come si può essere anti-convenzionali e crudeli senza rinunciare ad uno schema classico e ai buoni sentimenti; essere parodia dei cliché e allo stesso tempo utilizzarli con divertimento. Al cinema Tutti Pazzi Per Mary ci mostra la retta via, il pinnacolo della commedia sentimentale moderna. Qualcuno può negarlo? Lieto fine, sinceri sentimenti, una colonna sonora dolcissima, ed intorno una piacevole follia. E non dimentichiamo Scream: un horror vero ma che prende in giro i cliché dell'horror, il che aggiunge persino una certa tangibile perversione al film. E poi, lui, il motivo per cui siamo qui: Le Riserve, un film sportivo che sta al football americano come Holly&Benji sta al calcio, e che prende il concetto di "film d'intrattenimento", lo sintetizza, lo esalta, e ci sguazza dentro come una bella donna nuda in una piscina di Ciobar.
Le regole del film d'intrattenimento:
- Le star! Un film d'intrattenimento deve avere star che attirano il pubblico, dato che il film stesso, in quanto idiota, non è nulla. Keanu Reeves e Gene Hackman: il protagonista bello e dannato, e il vecchio volpone che sa rendere capolavoro qualsiasi film. Neanche a dirlo è Hackman il vero successo qui, che ci fa sentire a nostro agio, e che ci dice "Ci sono io, tranquilli, potete guardare questo film!". Ma non dimentichiamoci di Brooke Langton... achi machi!
- La colonna sonora! Senza alcuna identità né dignità, l'unica cosa a cui la soundtrack di un film d'intrattenimento deve essere fedele è l'esaltazione del momento. La scena vince sul film. Non importa quanto superficiale sia la lista dei pezzi, l'importante è che siano famosi, orecchiabili e che ti esaltino. We Will Rock You, Rock&Roll di Gary Glitter, Every Step you Take.. cosa si può volere di più? Mettiamoci in mezzo anche canzoni iconiche rese ancor più iconiche dall'ironia, tipo I Will Survive, e altre obiettivamente bellissime come Blinded By Rainbow o Heroes, e abbiamo vinto tutti.
- La leggerezza! Essendo un film di puro intrattenimento deve essere semplice e leggero. A differenza di film simili, Le Riserve non prende in giro lo spettatore fingendo di essere ciò che non è, aggiungendo momenti di inutile profondità, o psicologia dei personaggi, o motivazioni morali dignitose. A differenza di film simili, Le Riserve non si prende mai sul serio. E a differenza degli altri film che non si prendono sul serio, Le Riserve prende però sul serio lo spettatore e i suoi gusti. Prende in giro se stesso, ma mai lo spettatore.Le Riserve è essenza stessa, trascendenza ed immanenza dell'intrattenimento. I suoi personaggi sono degli stereotipi TOTALI, senza vie di mezzo, senza inutili e pacchiani tentativi di mascheramento o -ancor peggio- di spessore al personaggio. NIENTE. Persino i colori della squadra dei Sentinels gridano "Dio Benedica Gli Stati Uniti D'America!". Il Quarterback? Un figaccione. La Difesa? Due giganteschi brutti musi che facevano da buttafuori in un localaccio. C'è il poliziotto violento e fuori di testa, che è bianco, e il galoetto assassino, che è nero. Il giapponese che fa sumo, ovviamente! Un prete, un sordomuto... E un britannico, gallese, con un fisico pessimo da fumatore e bevitore di birra, ma con un grande calcio, ovviamente! E l'antagonista? Un pezzo di m. che più tronfio e volgare non si può. E le cheerleaders? Tutte sexy spogliarelliste, ovviamente. Cioè dai, ragazzi, di che stiamo parlando? Questo è praticamente un All-In a Las Vegas, senza punti in mano e col sigaro in bocca. Esiste qualcosa di più appagante nella commedia che lo stereotipo? Se si, non voglio saperlo. Lo stereotipo è liberatorio, è sciocco, è auto-parodistico, è infantile. D'altronde, cosa non è uno stereotipo? Lo stereotipo è una generalizzazione su cui basiamo un'opinione, o ci divertiamo a farlo. E dato che tutto è uno stereotipo... allora viva gli stereotipi, viva la pizza ed il mandolino! E pure la mafia (se esistesse).
La scena in cui i vari personaggi si conoscono tra loro va a sottolineare ancor di più questo goliardico compiacimento del film. Per non parlare delle "frasi ad effetto" tipiche di queste pellicole. Pensate a quella scena in cui i giocatori sono tutti in campo e Shane Falco deve fare il classico discorso da momento magico del film. Cosa fa Falco? Spara volontariamente un'accozzaglia casuale e scollegata di frasi cliché, come a dire, "dobbiamo esaltarci?, e allora facciamo le fottute cose come si deve!". E la cosa bella è che ti esalta lo stesso! E' ironico e allo stesso tempo ti esalta! Non ci possiamo fare nulla, siamo esseri umani, siamo deboli, e abbiamo bisogno di queste sciocchezze meravigliose. Paragonatele invece alla volgare auto-referenzialità (post)moderna dei film contemporanei, talmente forzata che fanno sentire lo spettatore un idiota per il fatto di volerle vedere quelle sciocchezze. Il fatto è che oggi siamo tutti troppo intelligenti per questi film, peccato. Ma Le Riserve non ti prende in giro, anzi, ti strizza l'occhio e ti dice: io lo so, tu lo sai, perciò divertiamoci!
- La regia. Adesso facciamo davvero i seri, perché qui sta la bellezza del film. Avete presente quelle scene di cinema becere, trite e ritrite di cui parlavamo prima? Quelle che ti fanno pensare "Oddio, adesso c'è questo tipo di scena... speriamo che finisca in fretta"? Bene, io vi sfido a trovarne una sola ne Le Riserve. UNA SOLA. Coraggio.
Lo so, lo so... non ce ne sono. Avete perso la scommessa.
Si dall'inizio il film non perde mai neanche due secondi di tempo che non servano a spiegare la situazione nel modo più essenziale possibile. La storia parte subito, senza preamboli. I personaggi vengono presentati con una divertente scena, eloquente e sintetica. Il film inizia con lo sciopero dei giocatori professionisti, e McGinty (Hackman) che chiede a Falco (Reeves) di entrare in squadra. La scena è coincisa, con frasi che dicono tutto ciò che c'è da sapere in pochi secondi: un talentuoso quarterback destinato al successo rovinato psicologicamente da una pessima partita in gioventù, e che ora beve birra da solo su una barchetta sul molo. E ancora meglio, la descrizione del personaggio di Hackman: "Ti conosco, tu sei Jimmy McGinty, un allenatore degli anni '80". Fine, nient'altro. Eppure dice tutto: un veterano, non più di successo, che ogni tanto rispunta fuori.
Che altro c'è da sapere? Nulla, andiamo avanti col film: prossima scena. Non ce ne una che si dilunghi o perda tempo, neanche la banale storia d'amore tra Cheerleader e Quarterback.
La prima volta che li vediamo insieme, quel viso d'angelo di nome Annabelle accompagna Falco a casa con la sua macchina. La scena è veloce e ritmata. Lei è una spericolata, va a tutta velocità in mezzo al traffico, e rischia incidenti ovunque, ma non fa una piega; anzi, nel frattempo parla di football con grande entusiasmo e da consigli a Falco. Questo dice tutto di lei, senza dozzinalità narrativa, e lo fa in una scena divertente da seguire e che fa progredire il film (ovvero: la conoscenza tra i due protagonisti). Insomma, tutte le regole del cinema.
La seconda volta che si incontrano, nel pub dove lei lavora, è ancora più succinta. Dopo un breve discorso si vedono i boccali di birra sul bancone, che fa capire che hanno parlato e chiacchierato. PERFETTO. Niente inutili idiozie sentite mille volte, su come i due protagonisti si "capiscano" e si "attraggano". Tanto noi spettatori lo sappiamo che si innamoreranno e si baceranno, e non ci frega nulla del contenuto, non siamo a Madison County qui. E Le Riserve lo sa che noi sappiamo, perciò perché prenderci in giro? E infatti, voilà, si baciano subito. Ma vogliamo parlare del come? Shane guarda Annabelle, e tentenna. E' il classico momento che in una commedia sarebbe stato lungo e banale, in cui sbadigliamo e diamo un'occhiata all'orologio. Ma qui.. parte in sottofondo la telecronoca di una partita! Si, e descrive i movimenti di Falco verso Annabelle come fosse un'azione di gioco... Falco si avvicina.. E segna! Falco segna! I due si baciano! Si baciano e poi SBAM! ci ritroviamo sul campo verde, nel bel mezzo della partita del giorno dopo, dove Falco ha appena segnato. Falco segna! Falco segna! OHYESSS! Ma che film è?! CHE FILM E'? Ci ha dato il bacio che tutti volevamo vedere, lo ha fatto in modo veloce, interessante, e portando anche avanti il film, proiettandoci nella partita successiva, nell'entusiasmo di Falco e della squadra che finalmente comincia a funzionare e a vincere! Ma veramente, di cosa dobbiamo parlare?
E' DA STUDIARE NELLE SCUOLE DI CINEMA! Se non sapete fare i Bergman, perlomeno imparare a fare i film d'intrattenimento, brutti strapagati pezzi di m.! Sbaglio? Okay, forse sbaglio, ma almeno mi sono sfogato. Dopotutto, a che altro serve internet?
Va bene, mi fermo qui perché la mia ragazza mi sta aspettando qui fuori da un'ora, chiamandomi e sbraitando mentre io scrivevo tutta questa recensione. Spiegateglielo voi che Le Riserve è un capolavoro.
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