Regia di Peter Winther vedi scheda film
Debole thriller ispirato da un soggetto più volte (anche in peggior modo) trattato, opera di un produttore saltuariamente appostato pure dietro alla macchina da presa. Cast di attori ormai consolidati, ma non per questo convincenti.
Dopo essere stata sorpresa a letto con un amante, Natalie (Ashley Greene) tenta di recuperare il rapporto con Kevin (Shawn Ashmore) accettando di trasferirsi in una villa messa in vendita a prezzo ridotto, causa un tragico delitto/suicidio avvenuto al suo interno. Dopo il trasferimento però Natalie sospetta di essere perseguitata da una presenza umana, che in effetti si manifesta rapendo la sorella Dani (Britt Baron), quando rimasta sola nella casa - in assenza della coppia - per dare assistenza al cane di Natalie (?!)
Peter Winther ha un trascorso di certo peso in ambito cinematografico, che inizia nella prima metà degli anni '90. In quel periodo è impegnato come produttore associato (da Stargate a Independence day, proseguendo anche con il remake di Godzilla), quindi in tempi relativamente recenti come regista al servizio di lungometraggi o serie destinate al piccolo schermo. Nella fase che lo vede coinvolto dietro la macchina da presa però, i budget si sono ridotti drasticamente, tanto quanto le idee: The wicked (2013), girato direttamente per il mercato home video e giunto anche in Italia, è stato ad esempio un horror molto deludente, al quale ha fatto seguito l'inedito Painkillers (2015). Per questo Aftermath, oltre a dirigere, Winther produce e sceneggia (assieme a Dakota Gorman e, stando alla didascalia iniziale, ispirato da eventi realmente accaduti), puntando a un cast di lunga esperienza. Ashley Greene ha infatti un nutrito curriculum: è apparsa ad esempio nella saga di The Twilight, mentre nel nostro paese ha raggiunto gli scaffali dei dvd in vendita, prima con Summer's moon (2009), quindi con Kristy (2014). Stesso discorso per Shawn Ashmore, sulle scene sin dal 1990 (nella serie televisiva Poliziotto a 4 zampe) per essere poi presente in alcuni blockbuster (X-Men, 2014), così come in misconosciuti horror indipendenti (Rovine, Hatchet II, Frozen).
Siamo partiti alla larga, tracciando il profilo identificativo di questo Aftermath, thriller girato senza utilizzo di effetti speciali (quindi si direbbe a basso budget) e basato su un fragile soggetto sfruttato in passato più volte (Striscia ragazza striscia, La casa nera, Housebound, Bethany, solo per citare i più noti modelli ispiratori). La regia dal taglio televisivo opera su attori poco efficaci, spesso con il sorriso sulle labbra nonostante il tragico contesto e costretti a dare vita a personaggi dai risvolti psicologici impossibili, resi al limite del surreale anche a causa di dialoghi non proprio felici. Ci vuole quasi un'ora prima che il thriller prenda piede, quando ormai ci si è del tutto disaffezionati ai protagonisti. Protagonisti peraltro antipaticissimi, a cominciare dalla coppia principale che sembra giungere sullo schermo arrivando da un mondo parallelo (e un tantino anacronistico): Ashley Greene rappresenta la classica Barbie (ossia la finta adolescente rifatta), tragicomica idea di bellezza che si sperava essere rimasta legata al terribile periodo degli anni '80/'90, mentre Shawn Ashmore è l'ideale controparte maschile (Big Jim), un ex-ragazzone ormai quarantenne che ancora frequenta il college (!). Il finale, largamente deducibile in anticipo, non aiuta a rendere migliore questo debole (e decisamente troppo lungo) thriller destinato a tutta la famiglia, distribuito capillarmente in streaming in quasi tutto il globo terrestre. Italia compresa.
"Una casa non è un semplice rifugio temporaneo: la sua essenza risiede nelle personalità delle persone che la abitano."
(H.L. Mencken)
F.P. 05/08/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 114'35") / Data del rilascio internazionale: 04/08/2021
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