Regia di Massimo Franciosa vedi scheda film
Quattro ragazze e due ragazzi, in giro sul motoscafo d'estate, si fermano presso un isolotto. Qui vive un giovane solitario ed eccentrico che non esita a ospitare il sestetto nella sua villa, ma fin da subito si dimostra anche eccentrico e poco affabile. I due ragazzi se ne vanno appena possibile, ma le ragazze rimangono, affascinate del misterioso padrone di casa.
Coproduzione fra Italia e Germania Ovest, La stagione dei sensi è per Massimo Franciosa una delle poche regie - quantomeno se confrontate alla ingente mole di sceneggiature da lui scritte -, quasi tutte confinate nel decennio che intercorre fra i primi anni Sessanta e i primi Settanta. Prodotto datato che più datato non si può, inequivocabilmente legato a doppio filo all'estetica esuberante della swingin'London, la pellicola esordisce come una specie di musicarello all'epoca della contestazione hippy, per poi entrare nel clima del dramma claustrofobico con tinte perfino horror qua e là; a dire il vero la storia - e anche la mano di Franciosa dietro la macchina da presa - suggeriscono la tensione, piuttosto che crearla a tutti gli effetti e per gran parte il film è parecchio insipido e privo di reale appeal. Ma l'impenetrabile sguardo del protagonista, un giovane e già magnetico Udo Kier (qui alla sua seconda prova sul set di un lungometraggio!), è comunque un 'effetto speciale' a basso costo e ottima resa; peccato però che il resto del cast non offra nomi degni di grande risalto: Edda Di Benedetto, Eva Thulin, Laura Belli, Ugo Adinolfi, Susanne Von Sass. In sceneggiatura compare un certo Dario Argento, che sta per esordire con il botto da regista (L'uccello dalle piume di cristallo, 1970), insieme a Barbara Alberti, Franco Ferrari e Peter Kintzel; la colonna sonora è di Ennio Morricone, ma francamente il suo tocco non si sente granchè. 3/10.
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