Regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco vedi scheda film
Grassoni che ruttano fieramente,nani vestiti da donna,uomini informi che si berciano con rudezza improperi in siciliano,il tutto con uno sfondo di rara desolazione architettonica.Detto cosi',il primo film di Daniele Cipri' e Franco Maresco puo'sembrare una sozzeria,in realta' "Lo zio di Brooklyn" ha una sua poetica nascosta,la bellissima fotografia in bianco e nero che illumina il panorama ispido,brutale e avvilente del duo di registi siciliani è uno dei punti a favore di un film senz'altro provocatorio,spesso sgradevole e in alcuni momenti deliranta,a livello di narrazione.Ma,a ben cercare,c'è anche una sublimazione del ridere di tutto cio',della reazione della mente umana dinanzi a un Caos cosi'rozzo e privo di ogni barlume d'intelligenza,e l'impressione finale è che Cipri' e Maresco,impensabilmente,vogliano quasi affermare che è la mancanza d'amore a generare un mondo cosi'degradato e spietato.Sinceramente,vedendo "Lo zio di Brooklyn" non riesco a trattenere il riso:di fronte a coloro che guardano solennemente ,con composta seriosita'questo film,devo pentirmi io o compatire loro?Che fare?
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