Regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco vedi scheda film
Grottesco, surreale, esplicito, visionario. Di sicuro un esempio di opera "border-line" italiana di fine millennio. Se non l'unico, è uno dei pochi casi italiani di cinema fuori dagli schemi e dagli stereotipi a cui si è abituati. Ambientato in una Palermo desolata e deserta (dove si muovono personaggi più simili a freaks), in cui i bambini e le donne non esistono (quelle due che ci sono non sono donne vere e proprie...), il tutto ritratto da una fotografia in bianco e nero splendida e allo stesso tempo alienante e con una regia in cui i campi lunghi descrivono bene la desolazione e il degrado di un'umanità che appare però allo stesso tempo viva. Astenersi perditempo!!!
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