Regia di Tony Bill vedi scheda film
New York, 1964: uno psicopatico esce di prigione e torna a ronzare intorno alla ragazza che due anni prima aveva cercato di violentare; ora come allora la proteggono il fidanzato, che in quell’occasione era rimasto zoppo, e un amico, che nel frattempo si è convertito alla non violenza. Un film curioso: il soggetto è drammatico ma viene trattato con mano leggera e sbarazzina, a partire da In my life cantata dai Beatles sui titoli di testa per arrivare ad alcune scene surreali (un omicidio compiuto con arco e frecce, due pinguini rubati allo zoo); solo verso la fine si fa serioso e truculento, diventando una caccia all’uomo in contesto metropolitano. Un po’ gratuita l’ambientazione d’epoca: si parla di tensioni razziali, si intravede la propaganda elettorale di Goldwater, ma tutto resta a un livello epidermico; e l’attivista nero, dal modo in cui viene introdotto, suscita aspettative che rimangono deluse (anche se la conclusione è affidata a lui). Anche certi episodi (cioè tutti quelli con i due ragazzotti scioperati e le due ochette) sembrano messi lì solo per arrivare a un minutaggio adeguato. Il titolo Five corners è il nome della drogheria appartenente a due fratelli ebrei che fa da sfondo alla vicenda.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta