Regia di Tony Bill vedi scheda film
Tony Bill si era dimostrato regista interessante dopo e proseguendo una lunga carriera di attore, con "La Mia guardia del corpo" nel 1980, nel 1987 dirige questo "Dentro la grande mela" che è forse il suo film migliore e che denotava un certo stile personale, seppure sempre con un qualcosa come di incompiuto, di cui si ha la sensazione.
Come nell'esordio citato, anche qui i giovani sono protagonisti di un racconto corale, che poi finisce per focalizzarsi su quattro personaggi principali, ambientato nel Bronx del 1964. Questa datazione fa sì che il film si agganci ad uno sfondo di Storia americana con il movimento dei diritti civili, Martin Luther King e le marce nel profondo sud, i morti ammazzati neri e attivisti bianchi, nel Mississipi, di cui danno notizia radio e TV.
Quindi ponendosi in quel cinema americano straripantemente frequentato di idee "liberal", come d'altronde la presenza della Foster e soprattutto di Tim Robbins, non poteva testimoniare altrimenti.
Non si sapeva a cosa si sarebbe poi aperta la porta però, a quel tempo.
Ciònonostante, la sequenza al diner in cui Robbins si presenta ai due dirigenti del movimento nero-uno dei quali è un giovane e quasi irriconoscibile Eriq La Salle che sembra Malcolm X-, per proporsi come attivista bianco in Mississipi, e forse rischiare la vita come infatti sua madre cerca di dissuaderlo dal fare, è molto ben scritta da John Patrick Shanley e mostra chiaramente tutto il maturato razzismo e la prevenzione anche del nero verso il bianco, poi disinnescate da un bel discorso concernente pure la morte in servizio del padre poliziotto, che Robbins gli fà.
L'atmosfera del periodo è molto ben ricostruita aiutata anche da una buona fotografia che è molto sacrificata nella cattiva e scannata edizione italiana che fu editata in dvd, tutto un altro film invece nella edizione in alta definizione disponibile da non tantissimo tempo.
Turturro molto convincente nella parte dello psicopatico, strano il comportamento della Foster che va pure da sola all'appuntamento notturno con lui, e prima parte del film nella quale la polizia sembra non esistere e non viene mai interpellata. Buono il doppiaggio italiano, il manifesto nostrano della distribuzione Cecchi Gori era bellissimo, con una grande mela tagliata da un coltello a scatto, nella quale gli spicchi formavano dei grattacieli che si stagliavano forse in un tramonto, e riecheggiante uno somigliante e famoso, della riedizione 1982 di "Arancia meccanica". Un manifesto originale americano, fu disegnato da Keith
Haring.
Produzione HandMade Films di George Harrison, "In My Life" dei Beatles sui titoli di testa e coda.
John Nada
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