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La mia ombra è tua

Regia di Eugenio Cappuccio vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su La mia ombra è tua

di Andreotti_Ciro
6 stelle

Emiliano è un venticinquenne laureato in lettere antiche che passa da un contratto precario al seguente. Vittorio un sessantenne scrittore di successo che vive isolato in una villa vicino Firenze. Emiliano viene inviato da un suo ex docente a casa di Vittorio con lo scopo di persuaderlo a dare un seguito al suo unico romanzo e per accompagnarlo a Milano dove, nel corso di una fiera vintage, sarà intervistato interrompendo così un lungo periodo di silenzio.

 

Il pratese Edoardo Nesi, ex industriale del ramo tessile e soprattutto scrittore di successo, riesce a farci assaporare malinconicamente il divario generazionale fra due anime distanti non solo anagraficamente ma anche distaccate da indubbie differenze caratteriali. Sottraendo la citazione del titolo dal best-seller Sotto il Vulcano, dell’autore britannico Malcolm Lowry, Nesi, anche nel ruolo di co-sceneggiatore, offre a Eugenio Cappuccio le peripezie di un J.D. Salinger in salsa fiorentina, disilluso e autore come lo scrittore newyorchese di un solo romanzo di successo e auto esiliatosi in una splendida villa sulle colline di Firenze con la sola compagnia di un assistente di colore che ne sbriga ogni pratica burocratica. Parte centrale della pellicola lo scontro fra due caratteri differenti e ben delineati dai due protagonisti. Un Marco Giallini che non fa altro che interpretare un ruolo a lui estremamente congeniale, non discostandosi molto dal personaggio letterario di Rocco Schiavone, che gli sta permettendo di esplorare ancora meglio alcune vette di malinconia. Mentre dall’altro lato il trentenne Giuseppe Maggio riesce a offrire a Emiliano “Zapata” De Vito, il viso di un ragazzo dei giorni nostri. Un giovane uomo con una vita normalmente precaria, con passioni culturali forti che cerca di coltivare spasmodicamente e che si adegua a vivere al centro di un personale bozzolo dal quale non ama uscire troppo spesso. Dubbi e differenze fra i due si placheranno nel corso di un viaggio on the road testimoniato da dirette social e con direzione un festival vintage che affonda le radici nella decade e nella fama di Vittorio riscoperto dalle nuove generazioni grazie a una influencer appassionata di un testo di molti anni prima. Purtroppo però il viaggio, il legame e l’amicizia intergenerazionale che si crea non hanno né spontaneità e nemmeno il realismo sufficienti per dare vita a un film che è tutto fuorché indimenticabile, nonostante delle premesse di alto livello. Sufficienza di stima per un cast ben amalgamato ma pellicola della quale purtroppo ci si dimentica sin troppo rapidamente.

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