Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Sicilia, 1940. La bella Malena (Bellucci) attende il ritorno dell'amato sposo, partito per il fronte, sollecitando suo malgrado le fantasie erotiche dei maschi autoctoni. Tra questi, l'adolescente Renato (Sulfaro), che coltiva nei suoi riguardi una passione morbosa e che sarà l'unico a soffrire per la lapidazione della donna, in una scena che sembra la traduzione cinematografica della Bocca di Rosa di De Andrè, con le comari del paesino che passano direttamente all'azione violenta. Per la bella Malena il momento del riscatto arriverà soltanto col ritorno del marito.
Gran dispendio di dolly, di scene corali, movimenti di macchina, carrelli e panoramiche per questo film ipocrita a cavaliere tra le pierinate di Alvaro Vitali e l'erotismo patinato di Tinto Brass. Tornatore colloca un'attricetta imbalsamata al centro della scena, la raffigura in un erotismo algido che si risolve interamente in una dimensione voyeuristica e confeziona un banalissimo plot narrativo che rimane impietrito al bivio tra commediaccia erotica e feuilleton rosa.
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