Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Tornatore in odore di Fellini ci racconta due storie in una, senza riuscire deciso o incisivo in alcuna delle due; sono le storie del tredicenne Renato, adolescente con in testa il sesso e i mille sogni della sua età (fra i quali spicca ovviamente il cinema, nell'ennesimo tributo che il regista siciliano offre alla settima arte); e della adulta Malena, simbolo di un'innocenza strappata con la forza da una società incivile e retrograda. Nulla di originale, tanto di già visto o sentito. Come narratore, Tornatore è un professionista indiscutibile ed ha sempre irremovibile in mente il lavoro del Maestro riminese (qui siamo in territori prossimi all'Amarcord); l'ambizione è però troppo alta e non sempre riesce ad esprimere ciò che vorrebbe nella maniera consona: molto meglio farà qualche anno dopo con Baaria. La Bellucci non è entusiasmante e nel cast - assolutamente ben diretto, compreso il ragazzino, Giuseppe Sulfaro - non spicca nessuno; bella fotografia di colori densi ad opera dell'ungherese Lajos Koltai; musiche di Morricone prevaricate dalla continua riproposizione del brano d'epoca Ma l'amore no. 5,5/10.
Seconda guerra mondiale, in un paesino siciliano il tredicenne Renato si innamora perdutamente della bella moglie del vicino, Maddalena detta Malena. Il marito va in guerra e muore; vedova, Malena per sbarcare il lunario si arrangia come può, anche accettando la corte di qualche compaesano. Corrono subito voci infamanti su di lei, che presto si ritrova povera, sola e costretta a prostituirsi di nascosto. L'unico a volerle sempre bene, anzi a guardarla ammirata, è Renato; ma alla fine della guerra il marito ritorna: non era affatto morto, e la riprende con sè.
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