Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Modesto racconto ambientato negli anni '40 a metà fra il grottesco tipicamente siculo e lo schema del romanzo di formazione sull'infatuazione di un ragazzino per la donna più desiderata del paese. Tornatore ne approfitta per sfoggiare uno stile elaborato con dolly e carrellate assai vistose, ma la sostanza del racconto è pochina, e non basta a riscattarla una confezione tanto lussuosa quanto patinata (coproduce la Miramax dall'America). La Bellucci è inerte e ridotta a puro oggetto decorativo, mentre l'esordiente Sulfaro inietta nel film una vena di ribalderia adolescenziale in fondo simpatica, anche se le scene in cui si masturba sono troppo insistite, e quella nel bordello è addirittura imbarazzante. Le musiche di Morricone non sono fra le migliori del maestro. 5
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