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Omicidio nel West End

Regia di Tom George vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Omicidio nel West End

di axe
6 stelle

Londra, anni '50. Al teatro New Ambassador vanno in scena con successo le repliche di "Trappola Per Topi", rappresentazione dall'intreccio giallo di Agatha Christie. Nel backstage del teatro, il regista statunitense Leo Kopernik, incaricato dell'adattamento cinematografico dell'opera, viene assassinato, dopo una serata di bagordi ed intemperanze. Le indagini sono affidate all'ispettore Stoppard, dedito all'alcool e dal passato difficile, coadiuvato dalla più giovane ed idealista agente Stalker. I due appurano che diverse persone, legate a vario titolo allo spettacolo, hanno un possibile movente per l'omicidio, ma la ricerca dell'assassino, in un mondo di personaggi torbidi e reticenti, non è facile. Tuttavia, nonostante i molti intoppi, Stoppard e Staker scoprono la verità. Film di produzione statunitense, "Omicidio Nel West End" racconta di un'indagine condotta secondo metodi classici. Gli inquirenti ricostruiscono ruoli e responsabilità dei sospettati mediante interrogatori, lasciando emergere molte ombre circa le vite dei coinvolti. Dietro una buona posizione economica e maniere gentili si nascondono ossessioni, avidità, ambizioni smodate, egoismo. La stessa vittima non era un soggetto "pulito". Così come è possibile riscontrare in un celebre racconto che ha come protagonista Sherlock Holmes, il colpevole è un personaggio quasi insospettabile; è egli stesso a rivelare il movente, oggettivamente fondato, ma di difficile individuazione da parte dello spettatore, il quale, non può immaginare chi sia l'assassino prima del colpo di scena finale ... a meno che non tiri ad indovinare. La messa in scena è decisamente frizzante. I personaggi sono tratteggiati in maniera grottesca, la loro espressività enfatizzata. Questa connotazione attenua la tensione, nonchè la tragicità di alcuni eventi, e del contesto in genere. Il film racconta di vite ancora segnate dai fatti bellici del recente passato; emerge per alcuni una certa volontà di rinascita, per altri la cosciente scelta di voler "rimestare nel torbido". L'agente Stalker (l'irlandese Saoirse Ronan) è un personaggio positivo. Donna non più giovane, vedova di guerra, cresce due figli da sola ed ha un approccio entusiasta per un "mestiere" non facile. Pertanto le si perdonano ingenuità ed errori. Stoppard è interpretato da Sam Rockwell; è un solitario disilluso ancora sofferente per la separazione della famiglia. L'epilogo lascia immaginare che tra lui e la più giovane collega - personaggi "complementari" - possa nascere un legame sentimentale benefico per entrambe. E' presente nel cast Adrien Brody, nel ruolo dello sregolato regista Kopernik. Il film, di fatto, è giallo classico reso "diverso" dalle scelte di messa in scena ed arricchito dall'essere autocelebrativo. Oggetto della trama, è, a sua volta, la trama di una rappresentazione poliziesca; l'evoluzione del racconto mostra la finzione diventare realtà. A me il risultato non è dispiaciuto, ma, per le loro peculiarità, tali scelte potrebbero risultare sgradevoli a più di uno spettatore. Da vedere ... con il beneficio del dubbio !

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