Regia di Antoinette Boulat vedi scheda film
Piccolo tenerissimo film su una ragazza che si sente sola. Il respiro può ricordare in parte Richard Linklater, in parte Damien Manivel, in realtà viaggia su territori umili ma tutti suoi, con una ricerca visiva che non rinuncia a scelte entusiastiche pur essendo misurate e mai inopportune, con delle combinazioni audio/video di grande effetto - e quel lieve senso di paranoia che sembra combattere con lo spettro degli attentati terroristici di poco tempo fa in Francia.
Quando Marion, dopo una furiosa litigata con la madre e una festa, si ritrova a vagare per la città di notte, dà inizio a una piccola odissea coming-of-age che classicamente con un incontro riesce forse a cambiarle la vita. Nessun madelettismo giovanilista, solo l’universo piccolo di una persona che si sente piccola e incompresa, e che sembra alla fine scoprire niente meno che la possibilità di immaginare e di mettere più a fuoco il mondo intero.
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