Regia di Bryan Singer vedi scheda film
In un mondo in cui esistono i mutanti, alcuni umani vogliono prendere provvedimenti per schedarli e ghettizzarli, così la comunità si scinde in due fazioni per rispondere al pericolo. Riprende fedelmente lo spirito originale per cui erano stati pensati gli X-Men negli anni '60, quindi una metafora del razzismo: Xavier come Martin Luther King, a favore dell'integrazione, e Magneto come Malcolm X, favorevole alla rivolta armata (in questo caso fino a sfiorare l'omicidio di massa), osservati da Wolverine, soldato reietto che vaga per il mondo senza uno scopo. Il tutto messo in scena da un Bryan Singer che trova il tono giusto per raccontare questi personaggi, aprendo in qualche modo la strada a tutto il filone supererostico più recente. Dopo gli eccellenti venti minuti iniziali il film si adagia su di una scrittura corretta ma superficiale, quasi lo scheletro di una narrazione potenzialmente elevata che purtroppo non è stata sviluppata a dovere, sorretto dall'azzeccata messa in scena. Nel complesso è comunque un prodotto piacevole. Un plauso al compositore Michael Kamen, all'azzeccatissimo Hugh Jackman e, soprattutto, al magnifico duo Stewart/McKellen.
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