Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Un ingegnere inglese si reca per lavoro in Sicilia, dove si innamora corrisposto della figlia di un boss. Il boss rivale, contrario alla raffineria per cui lavora l'inglese, fa rapire la ragazza di modo da costringere il padre ad acconsentire al matrimonio tra i due. All'ingegnere non rimane che aspettare che qualcuno faccia fuori lo sposo...
Non è il titolo più celebre licenziato da Duccio Tessari, non è neppure ricordato tra i migliori film di ambientazione siciliana con (co)protagonista Lando Buzzanca – ma ci sono anche Gabriele Ferzetti, Virna Lisi, Nino Terzo, Peter McEmery, Agnes Spaak e, in una particina, Bruno Lauzi – e non è senza dubbio fra i copioni più memorabili a cui abbia messo mano Ennio De Concini, autore del soggetto in solitaria e della sceneggiatura con Tudor Gates, Brian Degas, Adriano Baracco e lo stesso Tessari. Meglio vedova è un'operina già datata nel 1969 in cui esce in sala, un tentativo non troppo riuscito di ripercorrere per l'ennesima volta il filone siculo che intreccia amore e morte del Divorzio all'italiana diretto da Pietro Germi e scritto da De Concini, Germi e Alfredo Giannetti nel 1961, Oscar come miglior sceneggiatura; ma nel frattempo il '68 aveva spazzato via parecchi stereotipi sociali e il cinema regionalistico da quel momento in avanti funzionerà per un pezzo solamente in chiave smaccatamente comica, demenziale. Ecco quindi perché Meglio vedova sa in buona sostanza di già visto e offre poco di interessante allo spettatore, pur essendo un lavoro diretto con notevole cura e ineccepibile dal punto di vista della confezione. 4/10.
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