Regia di Maurizio Pradeaux vedi scheda film
Trash thriller con abbondanti iniezioni di comicità pecoreccia condita al zaziki imbevuto di Argento prima maniera; si salva veramente poco in questo giallo dalla trama pasticciatissima dove il belloccio Leonard Mann ce la mette tutta per dimostrare che come attore aveva delle doti dando vita ad uno scanzonato fotografo di moda che si ritrova ad essere il sospettato numero uno di aver ucciso una francese nel suo scomparimento ferroviario mentre transitava in una galleria anche se insieme a lui c'erano altri quattro passeggeri, giunti ad Atene i cinque sospettati vengono seguiti passo passo dall'ispettore con la gastrite interpretato da Robert Webber che diretto in altre circostanze da registi capaci aveva dato prova di buone doti interpretative ma con un anonimo Pradeaux a tirare i fili si perde nella mediocrità generale di un cast privo di carisma in cui si rammentano solo le tette al vento dell'amante del prete e i fischi per fiaschi di Vera Krouska, si salva qualche esterno della soleggiata Atene che è comunque una location sfruttata male e un colpo di scena finale condito da una buona trovata scenica che fa esplodere l'isteria del colpevole inseguito dai fantasmi che lo hanno ossessionato lungo tutto il film, vanno a fondo completamente l'intreccio giallo pieno di forzature come l'insulso spiegone finale sul movente che ha scatenato l'omicidio per non parlare del presupposto per cui una vittima predestinata debba essere uccisa da qualcuno in dieci secondi di buio in una galleria dopo aver scorrazzato a faccia scoperta per tutto il viaggio, non era meglio pedinare il bersaglio da colpire e farlo fuori lontano da possibili sospetti?
Altre scempiaggini come i ricattatori dell'omicida reiterati che non si preoccupano del fatto di aver a che fare con qualcuno che ammazza senza scrupoli e continuano a trattare con lui dandosi appuntamenti notturni e solitari e i rip-off spudorati ai primi gialli argentiani: dal completo nero di "L'uccello dalle piume di cristallo" al primo piano ravvicinatissimo dell'occhio del killer rubato da "Il gatto a nove code", l'unica trovata originale è rullo di tamburi: SANGUE DAL RUBINETTO DELLA VASCA ?!?!??!?!?!?!!? Davvero senza senso.
La mia seconda stellina è li solo ed esclusivamente per il tenero legame condiviso da Mann e la Krouska che nelle sequenze della baracca danno al film quel tocco di romanticismo freak anni settanta che mi piace tanto ma ciò non basta a far si che non lo si possa definire trascurabilissimo male assemblato com'è.
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