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Passi di morte perduti nel buio

Regia di Maurizio Pradeaux vedi scheda film

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La recensione su Passi di morte perduti nel buio

di FABIO1971
4 stelle

L'omicidio di una donna francese nello scompartimento di un treno diretto da Istanbul ad Atene, cinque indiziati (i passeggeri che occupavano lo scompartimento insieme alla vittima) ed un solo sospettato, il fotoreporter italiano Luciano Morelli (Leonard Mann, alias Leonardo Manzella): la donna, infatti, è stata uccisa con il suo tagliacarte. Ma l'assassino ha perso un guanto e una coppia di passeggeri del treno, il greco Raul (Nikos Verlekis) e la sua amante, la cantante Ulla (Susy Jennings), che l'hanno riconosciuto dalle foto dei cinque indiziati pubblicate sui giornali, lo ricattano. Quando, però, anche Raul viene ucciso, i ricatti all'assassino proseguono... Coproduzione italogreca ambientata ad Atene, diretta da Maurizio Pradeaux (che torna al thriller dopo Passi di danza su una lama di rasoio) e da lui stesso sceneggiata insieme ad Arpad De Riso: il tentativo era quello di fondere la tensione del giallo alla Dario Argento (il primo piano dell'occhio dell'assassino come in Il gatto a nove code) con la greve "leggerezza" dell'italica commedia scollacciata, tra bordate d'erotismo patinato e trivialità penosamente assortite. Il risultato è sconcertante e irriguardoso, per il pressappochismo delle soluzioni adottate, nei confronti di entrambi i generi: la soluzione dell'enigma, infatti, pur nell'efficacia del colpo di scena, è mal concertata, le spiegazioni troppo frettolose, il finale becero e disarmante. Dialoghi banali, una ricerca della comicità che si traduce esclusivamente in una sterile esibizione di volgarità da osteria ("E nella toilette nessuna impronta?". "Oh, anche troppe... A centinaia! C'è anche un bellissimo sbaffo di merda, segno che qualcuno si è pulito il culo con un dito... Succede, nelle migliori famiglie"...), frequenti e grossolane cadute di stile (la famiglia di scassinatrici e l'intera sequenza dell'apertura della cassaforte, il personaggio di Ingrid, la sciocca fidanzata svedese di Leonard Mann, interpretata dalla greca Vera Krouska), suspense e tensione sempre di modesto spessore. Poche le sequenze veramente incisive (l'incipit sul treno, l'omicidio dell'amica di Ulla, il sangue che sgorga dal rubinetto della vasca da bagno), non a caso quelle in cui gli autori si affidano alle consolidate suggestioni del thriller, cast mediocre e male assortito (si salva sicuramente Robert Webber, ispettore di polizia perennemente afflitto da disturbi gastrici), messinscena derivativa e stereotipata (notevoli soltanto la fotografia di Aldo Ricci, che coproduce anche il film, e, soprattutto, la colonna sonora firmata da Riz Ortolani.

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