Regia di Ola Jankowska vedi scheda film
Già dal titolo, Anatomia, il primo lungometraggio della scrittrice e regista polacca Ola Jankowska si potrebbe intuire parte di ciò che andremo a vedere. Inizia infatti con immagini ad infrarossi in cui il calore umano che delinea i contorni di una figura non riconoscibile, invade gli occhi con i suoi colori: arancio, rosso e giallo per poi proseguire con il racconto frammentario della vita di Mika costretta a tornare in Polonia per far vista al padre gravemente malato.
Alternando le immagini con video di repertorio in 35mm e VHS unisce passato e presente di Mika il cui carattere è stato fortemente condizionato dal rapporto con la sua famiglia allargata, con un matrimonio fallito alle spalle e con un senso di insoddisfazione che è presente per tutta la durata.
La lentezza con cui la Jankowska decide di raccontarci la storia di Mika è da subito snervante. Lunghi silenzi, inquadrature fisse portate allo stremo, la volontà di voler tirare fuori l’introspezione dei protagonisti conduce lo spettatore verso un baratro di insofferenza visiva.
Più adatta forse alla trama di un libro, il film di Ola Jankowska è incapace di arrivare nel modo in cui dovrebbe. Si sofferma su immagini e situazioni apparentemente prive di significato o con quel qualcosa da ricercare ma che rimane invisibile agli occhi e al sentire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta