Regia di Loup Bureau vedi scheda film
78ma MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2021– FUORI CONCORSO
Un bel documentario in bianco e nero sulle trincee del fronte ucraino della strana guerra del Donbass, l'ultimo conflitto del continente europeo, dal 2014 congelato in un raffronto inamovibile tra le linee dell'esercito di Kiev e quelle degli indipendentisti russofoni e ormai da tempo dimenticato dai media internazionali.
I soldati ucraini schierati nelle trincee al fronte vivono questa guerra di posizione in una dimensione di costante attesa; di tanto in tanto le giornate vengono scosse dalle esplosioni assordanti di granate lanciate dai ribelli, ma più spesso vengono trascorse nell'ozio, giocando ai videogames di guerra quando le armi vere tacciono, guardando video sciocchi e divertenti su social, rasandosi vicendevolmente i capelli. In questa dimensione di conflitto sospeso si ammette di avere più spesso in mano la pala per scavare le (quanto utili?) trincee che le armi per combattere.
Tra tanti ragazzoni una sola soldatessa donna, più grande di età, che fa da mamma al plotone, cucinando e lavando e curando le piccole ferite che gli uomini si procurano non certo in battaglia, ma da soli giocando al lancio dei coltelli; lei stessa li definisce bambinoni di cui si è stancata di fare da maestra d'asilo.
Uno spaccato molto realistico ed efficace su una situazione assurda di guerra/non guerra, che riesce ad entrare nella giusta confidenza con questi oziosi guerrieri che, direi anche per mancanza di altre attività, si aprono volentieri alla condivisone, apparentemente senza troppi filtri imposti dalle gerarchie.
Il documentario come scrivevo è in bianco e nero, ma soltanto nella bella chiusura, il ritorno a casa e di progetti per il rientro alla realtà civile sono filmati con i colori della vita che riprende.
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