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In the Mood for Love

Regia di Wong Kar-wai vedi scheda film

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steno79

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La recensione su In the Mood for Love

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Hong Kong, 1962. Il signor Chow, redattore capo di un giornale locale, trasloca con sua moglie in un nuovo appartamento. Incontra Li-Zhen (nella versione italiana chiamata la signora Chan), una giovane segretaria in un'agenzia di trasporti che si è appena trasferita nell'appartamento adiacente con il marito. Poichè i rispettivi coniugi si trovano spesso fuori casa, Chow trascorre molto tempo in compagnia della signora Chan: i due diventano molto amici, scoprono che i coniugi sono diventati amanti e decidono loro stessi di cominciare una relazione, sulla base di un rapporto affettivo sempre più intenso ed esclusivo...
Personalmente, ho visto poco del cinema di Wong Kar-wai (questo film, Happy together e l'episodio La mano, dal film collettivo Eros), ma non serve una conoscenza approfondita della sua opera per accorgersi che In the mood for love è un capolavoro. Il titolo inglese potrebbe essere tradotto in italiano con l'espressione "Nello stato d'animo adatto all'amore", ma la parola inglese "mood", oltre che "stato d'animo" o "umore", vuol dire anche "atmosfera", e il film di Wong è straordinario nel creare un'atmosfera di intenso lirismo attraverso mezzi puramente cinematografici. In questo caso, non è tanto la trama a contare, ma le sensazioni provate dai personaggi, il loro dipanarsi in un crescendo musicale dove tutto è dettato dallo stile, ma non c'è mai la minima traccia di estetismo. Un film dedicato interamente all'emozione, da sperimentare in termini soggettivi, sublimata nella storia di un amore intenso eppure singolarissimo, che i due amanti preferiranno non consumare (almeno per quanto ci è dato di vedere, anche se resta inteso che il figlio della signora Chan sia stato concepito con Chow) e custodire con struggente nostalgia nella propria memoria, come una reliquia preziosa. L'effetto ipnotico e quasi onirico è dato dalla frammentazione temporale delle sequenze, dalla ripetizione di alcuni particolari della narrazione secondo diverse prospettive, e, a livello formale, dalla preziosa composizione dell'immagine e da una colonna sonora che gioca ugualmente sulla ripetizione del tema musicale di Michael Galasso e della canzone "Quizas, Quizas, Quizas", cantata in spagnolo da Nat King Cole. Insostituibili le presenze di Maggie Cheung e Tony Leung (quest'ultimo premiato a Cannes con la Palma d'oro), entrambi esemplari nel rendere il complesso groviglio di emozioni dei rispettivi personaggi, e il loro tormento interiore. Si esce dalla visione del film con un sentimento di dolorosa nostalgia unito ad un acceso romanticismo, ma anche con la sensazione di aver visto qualcosa di davvero bello e "unico" nel panorama del cinema contemporaneo.

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