Regia di Masaaki Yuasa vedi scheda film
Il teatro Noh, ma rock. Yuasa ancora una volta aggredisce la tradizione, sia dell’animazione giapponese che del Giappone in generale. Il suo Inu-Oh è un capriccio storico che serve da pretesto per una sinfonia in continua metamorfosi, che è un musical ma è soprattutto una successione di performance stroboscopiche in cui il montaggio serrato di Mind Game torna per (non) contenere un’energia inesauribile. Nonostante l’anti-tradizionalismo non c’è niente di demolitivo in Inu-Oh, semmai una rilettura eversiva sulle origini del teatro Noh. Il ragazzino e il freak che creano una nuova scuola di biwa per raccontare leggende inedite, apocrife e non autorizzate, sono raccontati come se lo stesso Yuaasa fosse consapevole che provare l’inedito nell’anime è rischioso. Ma le sue canzoni queenesche tirate fino al parossismo sono sì azzardo e resistenza, ma anche galvanismo allo stato primordiale, un abbraccio ritualistico di tamburi e schitarrate, dispersi in un flusso ininterrotto di immagini.
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