Regia di Kiro Russo vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - ORIZZONTI
Dall'alto dei cieli il senso centro abitato più povero di La Paz sembra un formicaio brulicante di anime, entro cui una ripresa via drone inizia ad inquadrare nello specifico, andando poco per volta a catturare il cammino di due diseredati, Elder e Max, che tentano di riprendere il lavoro in miniera da cui sono stati precedentemente scacciati per ragioni che non ci sono note.
L'energia di uno dei due, si distingue dalla fiacchezza dell'altro, Elder, che, dopo anni di lavoro in miniera, ove ha respirato polveri nocive, si ritrova i polmoni seriamente danneggiati. Il malato trova conforto nel bere, più che nei medicamenti, e quando trovano una occupazione precaria come manovali al mercato, la sua resa è condizionata alla debolezza del suo fisico.
Lo soccorreranno più alcuni rimedi a metà strada tra il magico e la medicina un po'stregonesca del luogo, quando quella tradizionale già lo condanna ad una fine ormai imminente. Il rimedio consentirà forse al protagonista di riprendersi in modo del tutto inaspettato, quasi magico, suffragando il valore delle antiche pratiche in mano alla tradizione popolare.
L'interessante film di Kiro Russo è una sorta di falso documentario che utilizza un esile filo narrativo per parlarci della tentacolare e povera metropoli boliviana arroccata a 3600 metri sul livello del mare, ed epicentro economico e umano ove si dipanano storie di vita spesso al limite.
Ne scaturisce un piccolo gioiello di grande interesse che si fa forte di fantastiche riprese artigianali molto riuscite, in grado di renderci parte di un paesaggio unico.
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