Regia di Giorgio Panariello vedi scheda film
Livio Perozzi (un nome che significa qualcosa per gli estimatori della commedia italiana e delle zingarate monicelliane) è il simpatico giornalista di una piccola emittente privata. È convinto di avere un “guizzo” speciale per la vita e per la professione. I risultati, però, sono modesti fino al giorno in cui si trova tra le mani uno scoop eccezionale: le immagini del crollo della torre di Pisa. Ingaggiato dal TG1 con la sua équipe ha un anno di tempo per procurarsi un’altra esclusiva. Il bravo Giorgio Panariello, confortato dagli incassi e poco soddisfatto del risultato finale del suo esordio comicarolo con “Bagnomaria”, affronta, con coraggio (in una realtà produttiva pigra e asfittica), di interpretare e di dirigere una storia e non degli sketch, di mettere da parte (tranne che in un siparietto) le sue rassicuranti maschere teatrali e televisive, di misurarsi con un racconto garbato che guarda alla tradizione alta del nostro passato dove i personaggi stentano a crescere, ad adeguarsi al mondo esterno, “scivolano” dentro una presunta normalità. In questo film di passaggio ci sono ancora ingenuità e debolezze strutturali (il tema della donna fatale è risolto male, la coralità di alcune scene è solo apparente, l’epilogo parigino indebolisce la chiusura), ma ci sono anche i sintomi positivi di un cinema di genere.
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