Regia di Eric Gravel vedi scheda film
Bello spaccato di vita vera.
La protagonista fa una vita d’inferno. Parte all’alba, lasciando i figli a una vecchia signora, per andare a lavorare a Parigi, dal suo paesino (pure lontanuccio). Nella capitale governa e gestisce le donne che lavorano per sistemare le camere (e lo fa anche lei), in un hotel a 5 stelle. Poi riparte, arriva per cena, riprende i figli, li sistema, stira, fa tutto il lavoro di casa da sola (è pure separata) e al mattino dopo si riprende tutto da capo. A rompere questo inferno, lo sciopero dei mezzi pubblici, proprio mentre lei affronta dei colloqui per trovare un altro lavoro. Di conseguenza, ritardi, corse forsennate, frottole dovunque e con chiunque: la sua vita la abbruttisce, tanto che probabilmente neanche si accorge di quanto sfrutta tutti e delle balle che dice. Non vado oltre, fermo qua gli spoiler. Per certo, il personaggio non suscita troppa simpatia, ma molta comprensione, perché comunque molte alternative non ce le ha e corre come una pazza per tutto il film (ansiogeno, in tal senso). Dico solo che nel finale…no, dai, non dico nulla. Film interessante, francese, vero e proprio spaccato di vita vera, che in Italia è difficile fare, e non servirebbe neanche un genio. Il film partecipò in una sezione minore del Festival di Venezia 2021, dove vinse per la regia e per la brava protagonista. Per me film da 7, un buon film, interessante, pure piuttosto corto, perché non c’è letteralmente tempo per fronzoli o ricametti vari. Film d’essai, incassi di nicchia.
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