Trama
Decisa a fare il possibile per crescere i suoi due figli in campagna, Julie lavora nel frattempo in un lussuoso albergo parigino. Quando ottiene finalmente un colloquio per un lavoro nel quale aveva da tempo riposto le proprie speranze, scoppia uno sciopero nazionale che paralizza il sistema dei trasporti pubblici. Il precario equilibrio che la donna ha costruito è messo a repentaglio. Julie ingaggia quindi una corsa frenetica contro il tempo, rischiando di vacillare.
Curiosità
INTERVISTA AL REGISTA
Al cento per cento inizia con un rumore, il respiro della protagonista Julie mentre dorme...
L'idea era di svelare il personaggio gradualmente, da una prospettiva intima, in maniera macroscopica e sensoriale, con questo respiro profondo che ci avvolge, facendoci sapere che saremo al suo fianco per tutto il film. Incredibilmente vicini al suo respiro, alla grana stessa della sua pelle. Inoltre, è un momento di calma prima della tempesta. In effetti, Al cento per cento è come una lunga spinta in avanti e la prima scena precede il costante movimento che ne consegue. Siamo in pratica nell'unico momento in cui Julie è a riposo, quell'attimo unico e transitorio in cui può ricaricare le batterie. Dopo, non ci saranno più tregue per lei. Attraverso la storia di questa donna, sola con i suoi figli, sollevo la questione del ritmo della nostra vita e delle nostre lotte quotidiane. Proprio come Julie, vivo in campagna. Volevo parlare dei miei vicini, delle persone che vedo ogni giorno in treno che tentano di vivere lontano dalla capitale per avere una migliore qualità di vita. Si tratta di un equilibrio difficile da trovare e non tutti ci riescono.
Ha scritto la sceneggiatura avendo in mente Laure Calamy come protagonista?
No. Mentre scrivevo, non avevo in mente nessuna attrice. Ma, quando ho cominciato a pensare a chi avrebbe potuto interpretare la protagonista, Laure mi è sembrata perfetta. È un'attrice eccezionale, che sa spaziare da un genere all'altro eccellendo sia nella commedia sia nel dramma. La scintilla che Laure infonde sempre ai suoi personaggi ha portato un equilibrio a Julie, facendole mantenere una certa compostezza nonostante il difficile incantesimo che sta attraversando. Sappiamo molto poco di Julie se non che è costretta da un giorno all'altro a pensare incessantemente a come far funzionare le cose. Laure è un'attrice e una donna piena di vita e il che ha reso interessante metterla nei panni di una donna che sta attraversando un momento caotico, quello che gli americani riassumerebbero con l'espressione "la tempesta perfetta", a cui trovare soluzione.
L'ambiente lavorativo è importante nel suo film. Com'è che ha scelto il lavoro di governante in un hotel di lusso?
Volevo che la protagonista avesse un lavoro che fosse fisico, un lavoro per cui non ci si ferma mai anche quando c'è uno sciopero nazionale. E poi mi interessava che ripetesse ogni giorno gli stessi gesti, sia al lavoro sia a casa, come in una sorta di moto perpetuo. Il suo lavoro mi permette anche di mostrare fino a che punto Julie sia attaccata alle prestazioni e alla perfezione. La posizione di prima cameriera in un hotel di lusso non è semplice. Ci sono competenze e conoscenze specifiche in ballo, compiti precisi, gesti e codici da rispettare. Il risultato deve essere perfetto e il lavoro svolto impeccabile. Laure e le altre attrici, prima delle riprese, si sono unite a un turno di pulizie in un albergo per farsi spiegare dalle inservienti il loro lavoro passo dopo passo.
Il contesto sociale è altrettanto essenziale.
Sì, il film si svolge durante un massiccio sciopero nazionale che si estende a tutti i settori. Volevo che nella storia fossero presenti sia le lotte individuali sia quelle collettive che, pur seguendo percorsi paralleli, sono collegati e conseguenze le une delle altre. Julie è a un punto cieco della società, appartiene a una categoria di lavoratori vulnerabili per i quali scioperare o avere altre forme di rappresentanza è praticamente impossibile.
Trailer
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- Premio Orizzonti per la miglior regia a Eric Gravel al Festival di Venezia 2021
- Premio Orizzonti miglior interprete femminile a Laure Calamy al Festival di Venezia 2021
Commenti (10) vedi tutti
Laure Calamy eccellente nei panni di Julie una madre coraggio divorziata e con due figli a carico, una grande lavoratrice …. In corsa contro il tempo senza paura, niente e nessuno la potrà mai fermare un caterpillar umano .
leggi la recensione completa di claudio1959La caoticità della vita moderna resa in modo spaventosamente realistico. E' facilissimo empatizzare con la protagonista, sia per come è strutturato il film, sia per la prova (superba) di Laure Calamy. Grande cinema. Assolutamente da vedere.
commento di silviodifedeAdrenalitico con ritmo reso ancora più forsennato da una colonna sonora martellante per questa mamma separata, pendolare e con figli piccoli senza strutture sociali a sostegno. Ancora una volta i francesi fanno centro mostrando i veri problemi delle persone comuni lasciate in balia della giungla liberista e costrette a scannarsi per sopravvivere.
commento di bombo1Bello spaccato di vita vera.
leggi la recensione completa di tobanisPatetico e con la colonna sonora invadente ma tiene il ritmo e non annoia.
commento di gruvierazVita dura per una donna divorziata e con due figli giovanissimi. Quando poi ci si mettono di mezzo gli scioperi dei trasporti ed hai a che fare con il posto di lavoro dell'era moderna, che non ti considera nulla e pretende solamente tutto da te, non ti rimane che un colpo di fortuna per salvarti. Girato benissimo!
commento di iro"Full Time" di Eric Gravel è un film che ha la sua forza nel come il fuori campo agisce in maniera decisa sul passo svelto della protagonista. Di fatto, i ritmi forsennati di Julie si fanno specchio di quelle stesse modalità di organizzazione del lavoro contro cui gli addetti al trasporto pubblico stanno facendo lo sciopero che rimane sullo sfondo.
commento di Peppe ComuneLa storia di una mamma separata, con due figli. Una vita tutta di corsa fra mille problemi. voto 6
leggi la recensione completa di filmistaBeato il tempo che non ha bisogno di eroi, ma non è il nostro
leggi la recensione completa di yumeCinepresa attaccata alla protagonista, anche quando dorme. La metropoli disumana e ostile. Anche il meteo fà la sua parte. Poi però qualche spiraglio di sole per questa mamma combattiva che rischia di soccombere di fronte alle difficoltà della sua esistenza. Un bel film. Bravissima la protagonista.
commento di bobino