Regia di Yuri Ancarani vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2021 - ORIZZONTI Daniele è un giovane di 24 anni che vive a Sant'Erasmo, un'isola rurale nell'ambito della laguna veneziana.
Si tratta di un ragazzo solitario, in qualche modo auto-emarginato in quel luogo e distante dai suoi coetanei, con i quali condivide tuttavia il culto del "barchino".
Questo è il mezzo di trasporto più agile e meno costosi di cui si possa disporre in Laguna, al pari di un'Ape 50 per i teenagers sulla terra ferma.
Il desiderio ossessivo che prende Daniele, al pari dei ragazzi coetanei che egli evita a livello relazionale, consiste nel riuscire a disporre del mezzo più veloce e potente.
Per fare ciò Daniele è disposto a tutto, taroccando pezzi di motore, rubando persino una sofisticata e costosa elica da un'altra imbarcazione.
Yuri Ancarani, regista ravennate di classe 1972, ha portato nella vicina Laguna festivaliera un film ambientato proprio negli isolotti frontalieri, e racconta, con stile documentaristico ed una tecnica di ripresa davvero stupefacente, le ossessioni e i pensieri che agitano una mente giovane ed ingenua, che vive di solitudini e di sogni che rimangono nel cassetto.
Più che dialoghi, il film è percorso da discorsi che paiono rubati ad una intimità tra ragazzi che non riescono più a comprendere la giusta priorità da assegnare alle rispettive esistenze ripetitive e senza altri stimoli che una sfida di velocità di perpetrare ad ogni costo e ad ogni conseguenza.
Forte di un finale tecnicamente e visivamente eccezionale fatto di riprese ardite e sbilenche, Atlantide appare come un progetto riuscito ed originale che commistione senza troppi sacrifici il documentario con un accenno di fiction, restando saldamente legato ai dettagli di un territorio peculiare ed unico che prevede distanze non sempre facilmente colmabili, e solitudini talvolta foriere di una disperazione che viva dentro come un magma incandescente pronto ad esplodere.
Splendidi primi piani sul volto fotogenico del protagonista dall'occhio perennemente spalancato, scenografie che spaziano tra riprese aeree audaci e i colori forti di interni post moderni ove si consumano sofferte riflessioni e dialoghi in schietto accento dialettale veneto.
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