Trama
Clémence (Isabelle Huppert), impavido sindaco di una cittadina vicino Parigi, sta completando l'ultimo periodo del suo mandato. Con il suo fedele braccio destro Yazid (Reda Kateb), ha combattuto a lungo per questa comunità afflitta da disuguaglianze, disoccupazione e povertà. Tuttavia, quando a Clémence viene offerta la carica di Ministro, la sua ambizione prende il sopravvento, mentre la devozione e l'impegno per i suoi cittadini iniziano a vacillare. La sua integrità politica e le promesse elettorali sopravvivranno a queste nuove aspirazioni?
Curiosità
INTERVISTA AL REGISTA
In Les promesses, torna a parlare nuovamente della meccanica della politica locale e nazionale.
Dallo spionaggio alla politica, mi piace, senza dubbio, mostrare come funzionano le cose da dentro. Dopo le elezioni presidenziali francesi del 2017, volevo esplorare il coraggio politico. Mi sembrava che la gente avesse fiducia nella politica solo a livello locale, anche se il mio film attraversa tutto lo spettro della sfera politica. Ho incontrato Jean-Baptiste Delafon, il co-creatore della serie Baron noir che stava lavorando a un ritratto di un sindaco di periferia. Aveva già raccolto materiale e abbiamo continuato insieme a incontrare sindaci ed esponenti del settore associativo, scoprendo che c'era molto interesse, umano e sociale, intorno al problema dei condomini degradati e delle baraccopoli. In comune con il mio primo film, c'è la relazione tra l'individuo e il sistema. In La meccanica delle ombre era più apertamente kafkiana. Qui, invece, percepiamo come, nella cartografia della vita politica, ci siano più livelli di decisione con cui gli individui devono fare i conti. Il sindaco occupa un posto speciale: è il legame tra il popolo e lo Stato. Sa il nome dei suoi elettori e allo stesso tempo deve relazionarsi con lo Stato centrale, sperimentando sia la freddezza e il disprezzo che vengono dall'alto sia la rabbia, l'impazienza e la perdita di fiducia che nascono dal basso. La gente spesso pensa che abbia molto più potere di quello che effettivamente detiene.
Com'è stato il processo di sceneggiatura?
Ci sono state molte versioni della storia, ci ho lavorato per quasi tre anni. Ammiro coloro che riescono a fare più in fretta. Il mio è stato un lavoro di esplorazione che si è arricchito in continuazione con gli incontri portati avanti. Sin dall'inizio, la storia si focalizzava sulla relazione tra Clémence, il sindaco, e Yazid, il suo capo dello staff. Formano un vero duo: la loro è una forte amicizia professionale, fatta di un'ammirazione reciproca i cui confini tra lavoro e vita privata non sono così netti. Vivono fasi diverse delle loro carriere e sono gli umani che fanno da spina dorsale a tutto il film.
Per Clémence ha tratto ispirazione dai sindaci che avete incontrato?
Non direttamente. Alla periferia di Parigi, abbiamo incontrato sindaci dalle diverse personalità e dai diversi credo politici che combattevano la stessa battaglia per salvare i complessi residenziali in rovina. Ma quello che mi interessava, come detto prima, era le doppie fila che tenevano: da un lato con i cittadini e dall'altro con i superiori. Anche il sindaco di un comune di 50 mila abitanti riceve i cittadini e ne ascolta le lamentele. Potrei dire che Clémence è la somma di vari sindaci di provincia. Impavido sindaco, vive l'ultima fase della sua carriera politica e insieme al fedele braccio destro Yazid ha combattuto a lungo per vincere povertà, disoccupazione e degrado. Tuttavia, quando si paventa l'ipotesi di diventare Ministro, Clémence vede le sue ambizioni crescere, mettendo in dubbio la sua devozione e il suo impegno. Potranno mai la sua integrità e le sue promesse elettorali avere la meglio sull'ambizione da poco emersa?
Questa è anche la ragione per cui non sappiamo a quale partito appartenga Clémence.
Esatto. Ho voluto lasciare che l'ideologia non interferisse con la storia. Mi interessavano più le azioni concrete e le battaglie quotidiane dei protagonisti. Il mio è sì un film sulla politica ma è più sul denaro che sulle idee. Non annoia fornire retroscena sui personaggi. Semino indizi e lascio che siano gli spettatori a capire quale passato abbia ognuno alle spalle. Non sottolineo mai il passato della protagonista né in ambito politico né in ambito privato, dove non parlo mai del padre di suo figlio. Sappiamo solo che Clémence e Yasid appartengono a due differenti classi sociali ma questo non fa sì che tra loro vi siano chissà quali differenze etiche di visione.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Isabelle Huppert in la promessa- il prezzo del potere ci regala un’altra grande interpretazione….. l’ennesima di una carriera straordinaria.
leggi la recensione completa di claudio1959I problemi delle periferie, i finanziamenti pubblici, il carrierismo dei politici, le ambizioni ed i mille intrecci tutto concentrato in un'ora ½. Se la Huppert è una fuoriclasse Kruithof lo è molto meno. Il film arranca appesantito da una trama dispersa in troppi rivoli narrativi riuscendo a regalare qualche emozione soltanto nel finale.
commento di bombo1Un po'farraginoso
commento di gruvierazPer l’inesauribile fantasia dei titolisti italiani "Les promesses" diventano La promessa (una sola), seguita dall'aggiunta didascalica: Il prezzo del potere, probabile richiamo a “Il Ministro - L’esercizio dello stato”, film francese del 2011, che con questo non c’entra.
leggi la recensione completa di laulilla