Regia di Valentyn Vasyanovych vedi scheda film
'Mors tua, vita mea'. Basterebbe la frase iniziale o il geniale incipit del film per capire che stiamo parlando di un'opera intensa, vera, cristallina, come il vetro da cui gli spettatori osservano il gioco della guerra a pallottole colorate, che identifica ancora una volta la puerilità dell'essere umano, la stupidità della guerra e il desiderio i
'Mors tua, vita mea'.
Basterebbe la frase iniziale o il geniale incipit del film per capire che stiamo parlando di un'opera intensa, vera, cristallina, come il vetro da cui gli spettatori osservano il gioco della guerra a pallottole colorate, che identifica ancora una volta la puerilità dell'essere umano, la stupidità della guerra e il desiderio infantile dei potenti di farla giocare ai loro inermi soldati.
Oggi, con Putin e i suoi giochetti del male, quello che era un film del passato, lo stesso passato che nessuno voleva vedere, nè le Nazioni Unite, nè le trattative di pace, ne l'Europa o la Nato per fermare e opporsi ai massacri in Ucraina, appare col senno di poi chiaroveggenza.
Gli artisti, si sa, come i camaleonti vedono a 360 gradi, in anticipo, e urlano per tempo quello che i 'sordi' non capiranno mai.
Artisti che prima di essere tali sono uomini e che quindi sono costretti a sopportare la guerra e le sue infamie e spesso a combatterla per difendere famiglia, vita e stato.
Reflection presentato alla 78esima edizione della Mostra di Venezia è un film che solleva dilemmi morali universali che scuotono le coscienze e impongono una riflessione profonda soprattutto in tempi di regimi, ma anche in paesi dove si proclamano grandi democrazie, spesso non rispettate.
Al dilemma collettivo e dello stato si aggiunge poi quello privato e del singolo cittadino forzato a compiere azioni che non concepisce, non tollera. Estrema attualità e profondo ascolto di coscienza in un film che stravolge la banalità del male.
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