Trama
Hatzin, un adolescente di Città del Messico, è in viaggio per recuperare i resti del padre, trovati in una fossa comune tra gli immensi cieli e i vuoti paesaggi del nord del Messico. Ma l’incontro casuale con un uomo fisicamente somigliante al padre lo riempie di dubbi e speranze su dove questi sia davvero finito.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"In Messico, come nel resto dell'Americana Latina, esiste una quantità innumerevole di famiglie smembrate per cui l'assenza della figura paterna è una realtà comune e quasi di routine.
Molti giovani crescono e sono forgiati da questa assenza. Questo tema, così fondamentale nella definizione di un individuo, ha catturato particolarmente la mia attenzione di sceneggiatore. Chi siamo o cessiamo di essere è, senza dubbio, direttamente, francamente e potentemente correlato a chi è stato, o ha cessato di essere, il nostro progenitore. Chi siamo come continente è anche, onestamente, legato a questa assenza. Non a caso l'America Latina è dove fenomeni come il peronismo o il chavismo hanno lasciato un segno sociale, politico e umano davvero profondo: la figura di un leader è arrivata a colmare, dal punto di vista psicologico, quel vuoto e quel bisogno generato da un padre che non è mai stato presente in casa e che cerchiamo disperatamente di ritrovare.
Mi è stato che chiesto se anch'io avessi vissuto la stessa esperienza. No, nel mio caso è stato il contrario. Mio padre, l'artista visivo Oswaldo Vigas, pur essendo uno dei pittori più importanti del Venezuela e pur avendo una vita pubblica molto impegnativa, è stato sempre affettivamente presente. Ho fatto semmai riferimento all'immagine del padre latinoamericano a livello archetipo. Come dice il proverbio: "Non sei tu a scegliere le tue ossessioni ma sono loro a scegliere te".
The Box è il terzo e ultimo capitolo di una trilogia che ho sviluppato sulla figura del padre latinoamericano. Il primo, il corto Gli elefanti non dimenticano mai, ha posto le basi che poi hanno dato i loro frutti con il secondo, il lungometraggio Ti guardo, che ha vinto il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2015.
Durante la loro adolescenza, molti giovani dell'America Latina sono legati ai loro padri per quanto concerne il lavoro. Cominciano a lavorare quando ancora manca loro quella solidità emotiva che gli permetta di capire che lavoro stanno effettivamente svolgendo, quando sono ancora senza una struttura di valori consolidata che permetta loro di capire cosa è eticamente giusto o sbagliato. Hatzin, il giovane protagonista di The Box, si trova di fronte a questa situazione. The Box è una storia di formazione ma nel contesto latinoamericano acquisisce un particolare peso essendo la maggior parte della popolazione del continente composta da giovani. Una popolazione che determinerà il futuro sociale e politico delle generazioni successive. È un film sulla crisi di identità che ogni giovane attraversa durante l'adolescenza, ma che, raccontato nel contesto di un paese in cui tante persone scomparse vengono trovate nelle fosse comuni, si trasforma in una crisi di identità collettiva.
Identità
In The Box rifletto sul tema dell'identità da diversi punti di vista. La storia dell'America Latina è molto giovane. Fino a non molto tempo fa, eravamo ancora colonie europee; stiamo, come continente, cercando di capire chi siamo e dove stiamo andando. Hatzin rappresenta, nella sua seppur accennata adolescenza, un simbolo per avvicinarsi al tema sotto varie prospettive.
La ferita che molti paesi dell'America Latina condividono è la stessa: l'identità del gran numero di persone scomparse a causa delle procedure dittatoriali di estrema destra. Nel caso del Messico, si tratta del risultato di una guerra tra il governo federale e i narcotrafficanti, oltre che della conseguenza della grande quantità di persone che cercano, con mezzi più o meno leciti, di entrare negli Stati Uniti ma che finiscono con il diventare vittime di cartelli o di altre organizzazioni criminali. Nel caso specifico di The Box, si fa riferimento alla misteriosa scomparsa di donne da ogni angolo del Paese, che quando arrivano in città come Juarez stranamente svaniscono. Si calcola che il numero di donne scomparse in questo modo negli ultimi anni raggiunga le migliaia The Box non cerca di spiegare il fenomeno, si basa solo su un dato di fatto documentato.
In The Box, Hatzin, un adolescente di Città del Messico, viaggia per raccogliere i resti del padre, rinvenuti in una fossa comune nella parte settentrionale del paese. Ma l'incontro casuale con un uomo che somiglia al genitore gli fa mettere in dubbio la certezza della morte avvenuta e, soprattutto, gli apre la porta alla possibilità di riallacciare quel rapporto genitore-figlio che tanto desidera avere.
Questo è come il giovane protagonista incontra Mario. Ma Mario è realmente il padre di Hatzin? O il giovane si aggrappa a tutti i costi a quest'idea? L'ambiguità di fondo a cui ricorro come strumento narrativo nel contesto della ricerca della propria identità non avrebbe motivo di esistere se raccontassi una storia di certezze. È l'ambiguità che ci spinge a rimettere continuamente in discussione chi siamo o chi saremmo potuti diventare.
L'attesa della certezza di dove si trovi un componente della famiglia è un'esperienza vissuta da migliaia di latinoamericani. Per loro, non seppellire un parente è come averlo lasciato in un limbo, in uno spazio indefinito tra purgatorio e inferno. Come possiamo sapere chi siamo se non siamo in grado di chiudere il capitolo sulle nostre origini? Anche quando uno è abbastanza fortunato da ritrovare i resti di un parente, il dubbio su a chi appartengano tali resti lo attanaglierà sempre. Molte famiglie dei dispersi, anche dopo averne ritrovato i resti, rimangono con la sensazione che probabilmente il loro caro sia ancora vivo da qualche parte e che tutto sia stato un qui pro quo. Per il Messico, i dispersi rappresentano l'impossibilità di definirsi una nazione libera dal passato: dopotutto, è un paese in cui il passato preispanico si scontra con la vita moderna e la possibilità di convertirsi nel suo vicino a nord".
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