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On the Job 2: The Missing 8

Regia di Erik Matti vedi scheda film

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La recensione su On the Job 2: The Missing 8

di alan smithee
9 stelle

locandina

On the Job 2: The Missing 8 (2021): locandina

FESTIVAL DI VENEZIA 78 - CONCORSO

"Han provato a seppellirci. Non sapevano che eravamo semi".

È un mondo difficile, e la corruzione regna sovrana in quel di La Paz, non la capitale boliviana, bensì un grande centro abitato filippino ove la scadenza della municipalità in corso, scatena una vera e propria gara alla candidatura.

Nel frattempo un onesto direttore di giornale di oppone alla reiterata richiesta di edulcorate le notizie che escono dalla propria redazione, mettendo a repentaglio la vita sua e di otto altre persone, tra cui il figlio bambino di un collega. Su questa misteriosa sparizione, di cui solo noi spettatori avremo il privilegio assoluto di conoscerne anzitempo il sanguinario esito, prende fondamento e si dirama un'opera titanica e monumentale, strutturata come un thriller forsennato e anche piuttosto complesso, attraverso cui le indagini di un coraggioso giornalista scampato alla scomparsa, aiutato dalla sua tostissima famiglia, e le gesta di un ergastolano dal setto nasale deviato dalle vicissitudini della sua vita cruda e allo sbando, utilizzato dai servizi governativi deviati per eseguire uccisioni senza poter essere identificato e per questo messo in libertà quando occorre, si alternano fino a convergere verso un finale straordinario che richiama in tutta la sua potenza scenica e visiva, il cinema maestoso di Sergio Leone.

Dennis Trillo

On the Job 2: The Missing 8 (2021): Dennis Trillo

scena

On the Job 2: The Missing 8 (2021): scena

scena

On the Job 2: The Missing 8 (2021): scena

Considerato, a questo punto a torto qualora ciò non sia che una sfaccettatura della sua notevole caratura di cineasta, un regista di serie B, Erik Matti firma con questo suo complesso pseudo-seguito di On the job, il suo capolavoro, e probabilmente il film più bello ed esaltante di tutta la sezione del Concorso.

Posto che sarà davvero dura che gli possa essere concesso un riconoscimento, On the job: The missing 8 ci avvolge nella sua controversa storia tentacolare, facendoci superare quasi senza accorgercene le sue tre ore e mezza di durata, forte di una regia potente e di una direzione magistrale che rende tutto galvanizzante, anche quando qualche collegamento ci risulta complesso da cogliere, e anche quando le stesse fisionomie di molti co-protagonisti, rischiano di confondersi dinanzi ai nostri occhi di spettatori europei poco avvezzi a districarci tra i tratti somatici dell'etnia locale.

La sequenza finale in più è da manuale, da restare nella memoria per la solennità e l'urgenza che comunica, e singolare per il fatto che prelude ad una vicenda tutt'altro che conclusa, foriera di un inevitabile capitolo conclusivo....o anche di più.

Come ha fatto spesso Lav Diaz, ma con uno stile completamente differente, anche il cinema di Matti è molto incentrato sul fenomeno della corruzione che nelle Filippine appare più che mai un costume dilagante.

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