Regia di Michel Franco vedi scheda film
Spiazzare lo spettatore. Una delle chiavi di cinema più in voga. O meglio, tenerlo all’oscuro. Mettiamo sulla griglia una serie di situazioni che dovrebbero presentare una spiegazione, prima o poi, lasciamo macerare degli eventi puramente descrittivi, col tormento apatico del protagonista, un Tim Roth che con la sua faccia da schiaffi può sostenere benissimo il nulla cosmico che si sta dipanando, tracannando birre da mattina a sera e sottraendosi al mondo, alla fine sveliamo le carte nascoste ma a noi, intanto, non c’è rimasto molto altro di un‘Acapulco dapprima esotica e miliardaria fino all’altra che fa molto lungomare campano, con tanto di regolamento di conti in piena spiaggia affollata e donnine che s’invaghiscono con uno sguardo.
Film molto “te lo dico ma non te lo dico” ma con una percentuale di “non te lo dico” esasperante che tedia e non rende complici di nessuna tensione, di alcuno sbalzello emotivo.
Una visone che vorrebbe coinvolgere ma innervosisce ed irrita.
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