Regia di Michel Franco vedi scheda film
Storia minima, familiare, che racconta molto più negli spazi "bianchi" del suo svolgersi che negli eventi cruciali. Michel Franco, giovane regista messicano piuttosto rigoroso, da Festival, diciamo, è uno che ha polso e coraggio, uno che non lascia indifferenti. Succede anche in "Sundown", dove due ricchi fratelli, un ottimo Tim Roth, perno di tutto il racconto, e una brava Charlotte Gainsbourg, si godono una lussuosa vacanza ad Acapulco. La vita è bella, scorre fra margaritas, sole e piscine da sogno, ma ben presto la vita reale, quella cruda e inappellabile, farà il suo ingresso, sconvolgendo entrambe le loro esistenze. Il Messico è terra di fuga (e di violenza) e Roth sceglie questa strada, distaccandosi dalla famiglia e da tutto. Si rifugia, apatico, in Acapulco, incontra l'amore e vive alla giornata fino allo snodo finale, che ci spiega un film che altrimenti rimane fin troppo sospeso e incompiuto. "Sundown" è un film pessimista e cupo, con cui ho empatizzato fin troppo, non certo rallegrandomi la giornata. Franco non concede niente al pubblico e al termine della visione, 85 minuti comunque interessanti, non ci lascia certo sollevati. Riflessione sulla vita finché si vuole, però cazzo...Non so, tecnicamente ben fatto e recitato, ma la trama, Dio mio, mi ha profondamente intristito. Sufficiente, comunque.
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