Trama
Alice e Neil Bennett sono il cuore di una ricca famiglia inglese, in vacanza ad Acapulco con i giovani Colin e Alexa, finché un'emergenza arrivata da lontano non interrompe il loro viaggio. Quando si sconvolge un saldo ordine familiare, vengono allo scoperto tensioni inaspettate.
Curiosità
INTERVISTA AL REGISTA
Quali sono le origini del film e cosa lo ha spinto a raccontare questa storia in particolare?
È un mix di pochi elementi. Ho scritto il film nel bel mezzo di una profonda crisi personale. Mi stavo chiedendo a che punto sono nella mia vita e per la prima volta ho cominciato a pensare che la vita non è infinita e che tutto quanto ha una fine. Mi è successo dopo un viaggio che ho fatto ad Acapulco, con la mia fidanzata: mentre uscivamo dall'hotel alle 8 di sera per una cena, sono stato fermato a un posto di blocco da alcuni poliziotti federali con modi di fare fin troppo aggressivi. Si chiedevano se la mia ragazza fosse in pericolo, se fosse con me contro la sua volontà. Volevano che uscissi dal veicolo. Sapevo che era l'ultima cosa che avrei dovuto fare. La mia fidanzata non ha capito cosa stesse succedendo, mi diceva di fare come chiedevano. Sono uscito dalla situazione andando via ma ci hanno seguito e minacciato. Fortunatamente, siamo riusciti a tornare sani e salvi in albergo. Tutto ciò mi ha rattristato: Acapulco è uno dei miei posti preferiti.
Perché le piace Acapulco come posto?
È uno dei luoghi in Messico che conosco meglio per averci viaggiato da giovane. A volte mi ci fermerei anche per un mese durante i festeggiamenti per il Capodanno. Mi spezza il cuore vedere quanto è cambiato. Spesso, Acapulco è considerata una delle città più pericolose al mondo. A volte è vero, soprattutto per i turisti. Altre volte, no. Ma è oramai in caduta libera: non è più il paradiso che era e non parlo di certo dell'Acapulco di Sinatra e di Elvis Presley. Il decadimento simboleggia più di quello che in larga scala interessa l'intero Messico. C'è molta tensione ad Acapulco in questo momento, anche se la città si è dimostrata amichevole durante le riprese del film.
Torna a dirigere Tim Roth, con cui ha già lavorato in Chronic. Era perfetto per il personaggio di Neil o ha scritto il ruolo appositamente per lui?
L'ho scritto per lui. Sapevo di voler ambientare il film ad Acapulco e del resto non avrebbe potuto svolgersi da nessun'altra parte. E sapevo che sarebbe stato perfetto per Tim. Di conseguenza, ho scritto la sceneggiatura partendo da questi due presupposti. Sono passati nove anni da quando ci siamo incontrati per la prima volta e abbiamo affrontato insieme determinate cose, a cominciare dalle riprese di Chronic e 600 Miglia. Le nostre sensibilità sono molto simili e ho pensato a come avrebbe reagito di fronte alla storia che gli avrei proposto. Ho scritto la sceneggiatura in poche settimane: l'esatto contrario di quello che è accaduto con quella di Nuevo orden, che mi ha richiesto anni. Non appena finita, ancora non sicuro di quello che avevo scritto, l'ho mandata a Tim. Ha capito subito di cosa trattasse. Non ha voluto che si cambiasse nulla e abbiamo finito con il girarla così com'era.
Perché ha voluto lavorare con Charlotte Gainsbourg?
Volevo lavorare con lei da sempre. Ho adorato il lavoro che ha fatto per Antichrist, la sua intensità. Il suo ruolo in Sundown era in un primo momento molto più piccolo di quello che è: quando il mio responsabile del casting ha fatto il suo nome, ho mostrato i miei dubbi nel contattarla per un ruolo di non protagonista. L'abbiamo però cercata e ha detto subito di sì. Sul set, le ho dato tutta la libertà possibile, ha aggiunto molto al ruolo e ha portato molto di se stessa al personaggio.
Può descrivere la sola dinamica familiare presente nel film? Sembra affascinato da un certo tipo di famiglia: benestante, insulare, quasi oligarchica...
In definitiva, sono famiglie a cui tutti gli strumenti che hanno a disposizione - soldi, istruzione e privilegi - non portano nulla, anzi. Continuano a fare gli errori più elementari e non sono in grado di comunicare. Per me, è affascinante vedere quanto si possa danneggiare qualcuno che si ama. Queste sono persone che dovrebbero essere capaci di trasmettere idee e sentimenti ma continuano a incasinare tutto.
Sebbene parli di una sola famiglia, il film affronta questioni più ampie, come la disuguaglianza economica, l'interruzione delle comunicazioni e la violenza in varie forme.
La famiglia è molto particolare. Spero che le persone possano relazionarsi con essa e trovino dei temi universali. I protagonisti vivono in un universo proprio che è frutto del modo in cui si relazionano gli uni con gli altri.
C'è una sorta di linea di confine tra Nuevo orden, il suo film precedente, e Sundown, per quanto concerne la violenza e il modo in cui viene inflitta a certe persone.
Conviviamo con la violenza in Messico. Non possa far finta nelle mie storie che non esista. Penso che sia folle normalizzare la violenza e accettarla: il minimo che posso fare è discuterne attraverso il mio lavoro e cercare di capire come una società possa andare avanti accettandola. Ogni persona che conosco in Messico è stata tenuta sotto tiro e spesso dai poliziotti, circostanza che reputo più spaventosa di quando a violentarci sono i criminali: dei criminali, sappiamo cosa vogliono e glielo diamo. Il crimine e la violenza fanno parte della vita in Messico: o vai via o cerchi di capire. Da narratore, devo esplorare tale realtà.
Nuevo orden era un film con centinaia di comparse e scene di grandi folle. Sundown è più contenuto: è stato più facile dirigere una storia più intima come questa?
Più che facile, è stato intrigante perché riguarda il mondo interiore del personaggio di Tim e della sua famiglia che cerca di capirlo. Detto questo, in ogni inquadratura sulla spiaggia di Acapulco ci sono centinaia di persone, non potevo precluderla: avrei ucciso la spontaneità che ne deriva. Ho semmai posizionato le mie comparse vicino alla telecamera ma senza chiudere gli spazi. I venditori che si vedono sono veri, così come i turisti in vacanza. Ho spiegato alla troupe che dovevamo essere discreti e anche Tim e Charlotte si sono adattati.
Cercava uno scontro tra mondi diversi nella storia?
Volevo mostrare ogni lato di Acapulco. Il personaggio di Tim si sposta dall'hotel di lusso fino all'altro lato della città. Quando giro, non penso ai ricchi o ai poveri: Acapulco è piena di colori, musica e cibo. Voglio che gli spettatori si sentano come se fossero lì.
Trailer
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Commenti (6) vedi tutti
Non già il crepuscolo in cui ancora si scorge la commovente luce del giorno (sunset) ma la discesa del sole nelle regioni ctonie al di sotto di un orizzonte da cui non c'è ritorno (sundown).
leggi la recensione completa di maurizio73Pochi dialoghi,tanto menefreghismo (forse di convenienza) poi le scelte del protagonista lasciano il segno e il destino con una fine incerta.Da vedere assolutamente.Per me tre stelle e mezza....
commento di ezioGrazie a dialoghi scarni e narrando molto per immagini, il regista mi sembra che riesca in maniera egregia a correlare la storia privata di un ricco benestante (che per larga parte del film non fa trapelare i motivi del suo anomalo comportamento) con quella del Messico, e Acapulco in particolare, fatta di violenza e contraddizioni.
commento di Stanley64"Sundown" fa di Acapulco un paradiso abitato da diavoli. Michel Franco lavora di ellissi per presentarci la crisi di una ricca famiglia londinese al culmine della sua implosione. Neil si muove come chi vuole godersi gli ultimi momenti di felicità, e la regia asseconda questo suo pigro assentarsi dai doveri familiari rimanendo fuori campo i perché.
commento di Peppe ComuneIl film più palloso mai visto in vita mia. Insulso e inutile. Ho aspettato fino alla fine per rendermi conto fin dove arriva la stupidaggine umana. Grrrrrrr.. una serata da dimenticare. Voto ---- 0 all'infinito Un pallino è troppo
commento di Tommy1810essere o non essere? più semplicemente, solo non essere
leggi la recensione completa di yume