Regia di Charlotte Colbert vedi scheda film
Suggestiva opera prima, diretta con cura maniacale dalla promettente neo-regista Charlotte Colbert. Presentata da Dario Argento (anche produttore esecutivo), ambientata in una Scozia persa nel tempo, racconta di donne e di "streghe", cambiando il punto di vista tradizionalmente misogino.
Veronica Ghent (Alice Krige), anziana star del cinema, dopo un invasivo intervento chirurgico decide di ritirarsi in Scozia, per riprendersi dagli effetti della delicata operazione. È seguita dall'infermiera Desi (Kota Eberhardt), che l'accompagna sin dall'inizio con un lungo viaggio in treno, necessario per raggiungere quello che Veronica crede essere un luogo "solitario". All'arrivo, però, l'attrice scopre che il posto è tutt'altro che solitario, essendo frequentato da un gruppo di stravaganti artisti guidati da Tirador (Rupert Everett). Una leggenda locale narra che nel terreno circostante siano ancora presenti le ceneri di alcune sventurate "streghe", giustiziate su un rogo nel 1722. Veronica è diventata celebre all'età di tredici anni, interpretando un film diretto da Eric Hathbourne (Malcolm McDowell), un regista con il quale pare abbia avuto, all'epoca, una relazione sessuale inappropriata. Suggestionata dal posto, dal trauma della mastectomia, dall'idea di tornare a lavorare con Hathbourne in un remake del film che l'ha resa famosa e da vaghi ricordi d'infanzia, Veronica inizia a sperimentare strani sogni, durante i quali entra in connessione con le vittime accusate di stregoneria, arse sul rogo in passato.
"Ogni maschera, ha una funzione."
(Veronica)
Dario Argento presenta, ricoprendo pure il ruolo di produttore esecutivo, il film d'esordio della promettente Charlotte Colbert, anche autrice della notevole sceneggiatura, assieme a Kitty Percy. She will è un film tecnicamente perfetto, reso accattivante da una cinematografia di qualità, da una fotografia incantevole (opera di Jamie Ramsay) e dalla profonda colonna sonora, a base di vocalizzi, di Clint Mansell. La Colbert, con apprezzabile ambizione, punta alto e riesce a organizzare un cast artistico di rilievo, destinando celebrità persino nei piccoli ruoli di contorno che vedono di nuovo sul set Rupert Everett (attore bisessuale, oggi irriconoscibile, che ha ispirato i lineamenti di Dylan Dog, non a caso presente in Dellamorte Dellamore) e Malcolm McDowell (l'indimenticabile Alex DeLarge in Arancia meccanica). Per meglio inquadrare il prodotto, occorre fare una premessa: She will non fa paura, in senso stretto non è solo horror, non persegue obiettivi semplici o d'effetto, non è un lungometraggio di pura evasione, ma procede invece in un clima di estrema malinconia, accompagnata via via che procede in territorio fantastico, da un potente e ipnotico romanticismo. Il titolo stesso annuncia, in parte, le intenzioni dell'autrice: in primo piano è infatti la presa di posizione in difesa dei diritti delle donne, al di là dello spazio e del tempo. In questo caso le condannate al rogo, in terra di Scozia, condividono analoga ingiustizia subìta da un'attrice inglese, violata in tenera età da un regista pedofilo. Il passato, sanguinario e ingiusto di quel posto, reclama la legittimità di sforare le regole scientifiche per ripiombare magicamente nel presente, sottoforma di "cenere". È un passato che in qualche modo appartiene anche a Veronica, fa parte di lei in quanto donna, tanto quanto la sua stessa esistenza, ormai sul viale del tramonto, è destinata a condizionare quella di Desi (anch'essa, guarda caso, vittima di un'aggressione sessuale). Un film radicalmente femminista, forse in questo senso eccessivamente spinto, tanto da apparire persino retorico nel tratteggiare psicologie maschili quasi del tutto identiche tra loro, prive di sentimento e umanità.
La presenza di Alice Krige, protagonista sessantottenne, è uno degli altri punti di forza del film. Attrice che non necessita di presentazioni, con 108 titoli in curriculum a partire dal 1976, saltuariamente è apparsa in qualche horror di culto (la si ricorda, in particolare, nell'ormai classico Storie di fantasmi, 1981) compresi, tra i più recenti, Gretel e Hansel (2020) e Texas chainsaw massacre (2022). La Krige nobilita con la sua elegante presenza, dando sfoggio d'una recitazione empatica ed emotiva, le belle scenografie nelle quali si muove. Una natura spenta (alberi spogli, foglie cadenti, nebbia costante, goccie di rugiada, vento sibilante), ma a suo modo pertinente in quanto adatta espressione di un triste periodo storico, fa da sfondo a un dramma esistenziale che si sviluppa attraverso svariate tematiche: dal tragico sopraggiungere del declino fisico e della vecchiaia, al rispetto dell'appartenenza al "genere" (in questo caso le streghe, "se" esistono - dubitativo suggerito da un finale ambiguo -, perseguono ideali di giustizia); dal passaggio di consegne generazionali (con staffetta femminista, tra Veronica e Desi), ai terribili corsi e ricorsi storici (la violenza alla donna, che si ripete purtroppo nel tempo). Il contenuto impegnato non rende comunque meno bello e ritmato She will, dato che la Colbert ha dato dimostrazione di saper sfruttare nel migliore dei modi possibile il set, gestendo con cura maniacale ogni momento della messa in scena, utilizzando eccezionali effetti ottici con sovrapposizioni, facendo uso di riprese inusuali, in particolare con applicazione di macro zoom su dettagli simbolici, con uno stile che ricorda molto quello del geniale Darren Aronofsky. Questa suggestiva opera prima si è meritatamente aggiudicata il premio come miglior lungometraggio al "Festival Internazionale del Film di Locarno" (2021). Nel mese di luglio 2022 è stata mal distribuita in USA e nel Regno Unito, con scarsa diffusione in numero limitato di sale. Un film che merita certamente di essere visto su grande schermo, molto più interessante dei tanti horror che solitamente ci propongono e che invece lasciano, è il caso di dirlo, giusto il tempo che trovano.
Curiosità [1]
Malcolm McDowell ha dichiarato: "Le immagini sono straordinarie, originali e uniche. Sono davvero felice di averlo interpretato. E non lo dico spesso. Davvero non lo faccio. Ma questa volta posso davvero affermarlo."
La storia di She Will tratta tematiche che da sempre hanno interessato la regista. Argomenti, racconta la Colbert, "come il trauma, che offusca la propria percezione della realtà e del tempo; come la natura, che custodisce così tanto conforto; come ognuno porti dentro di sé la memoria di chi è venuto prima, trasmettendola poi a chi verrà dopo; come l'infinitamente piccolo, tipo una cellula, contenga lo stesso modello del macrocosmo. Come significato e prospettiva, realtà e tempo, siano tutti costrutti così fragili che possono rompersi in qualsiasi momento. Il genere dell'horror psicologico sembra consentire più libertà artistica del dramma."
NOTA
[1] Dall'imdb.
"La Stregoneria è stata impiccata,
nella Storia,
ma la Storia e io
scopriamo tutta la Stregoneria che ci serve
intorno a noi.
Ogni Giorno."
(Emily Dickinson)
Trailer
F.P. 17/08/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 96'02") / Data del rilascio: USA, 15/07/2022; UK, 22/07/2022
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