Regia di Arsalan Amiri vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - SETTIMANA DELLA CRITICA - MIGLIOR FILM
"La gente superstiziosa non solo fa male a se stessa, ma è pericolosa per chiunque. La paura può distruggere un popolo. Il suo passato e il suo futuro."
La forza di Zalava è che, come all'interno di un vero film horror riuscito e capace di giocare sulle atmosfere inquietanti, la paura viene rappresentata da sguardi, visi alterati, comportamenti fuori del normale, rendendo palese il disagio che la supposta presenza di demoni crea in un villaggio iraniano sperduto in un niente fatto di terra brulla e vegetazione stentata e reticente.
A Zalava gli abitanti non hanno dubbi: i demoni sono tornati a tormentare gli abitanti, e per questo incaricano un esperto esorcista che si interpone tra le misteriose presenze e i paesani, cercando di placare quella forma di isteria collettiva e fuori controllo che anima gli abitanti del piccolo villaggio rurale.
Un giovane sergente che nel villaggio ha una giovane a bella amante, si interpone con tutto se stesso nell'azione di colui che egli individua come un truffatore da quattro soldi, in grado di giocare sulla credulità popolare, soggiogando intere famiglie e lucrando su queste sue capacità di persuasione pericolose e tendenziose.
Ma quando sia lui che la sua ragazza si troveranno ad aver a che fare col fantasma dentro la casa in cui ha iniziato a manifestarsi, apparentemente imprigionato in un contenitore di vetro ma pronto a liberarsi alla prima occasione, ecco che, grazie a fenomeni sempre impalpabili ma vieppiù inquietanti, i dubbi sulla reale presenza di tali demoni, finiscono per cogliere anche la personalità pratica e poco avvezza a farsi persuadere da leggende e miti popolari quasi sempre inverosimili come quello dei demoni.
L'insolito, affascinante film di Arlalan Amiri, sceneggiatore qui al suo primo lungometraggio da regista, riesce a soppesare la tensione, a generare un senso di partecipazione nello spettatore, inducendolo nel contempo a riflettere su una tematica assai diffusa in tutte le latitudini del globo, ovvero la superstizione e gli influssi che le suggestioni popolari esercitano sulla vita della gente, specialmente nei confronti di coloro che già versano in situazioni critiche.
Basata su antiche credenze popolari assai vive anche presso la famiglia dell'autore, il film cerca di fare il punto su tali credenze, sul presupposto che senza quello in cui crediamo, ci fa spossessare della connaturata essenza di essere umano, in quanto tale forte e caratterialmente motivato da una serie di dubbi ed incertezze che diventano essenziali anche se non collegati ad esperienze facilmente dimostrabili o chiaramente incontestabili.
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