Regia di Gábor Fabricius vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 78 - SETTIMANA DELLA CRITICA
Ungheria primi anni '80. Il regime opprime ed un eccentrico cantante di musica urlata punk diviene partigiano di una protesta che finisce in poco tempo per annoverarlo come persona non grata.
Finirà segregato in un manicomio, zittito a suon di elettroshock e tuttavia per nulla reso a starsene in silenzio, motivato dagli orrori e dalla devastante esperienza che condivide in ospedale psichiatrico con altri scomodi pazienti.
Opera prima del romanziere ungherese Gabor Fabricius, Erasing Frank, tratto dall'opera letteraria omonima, è avvalorato da una fotografia in bianco e nero che rende ancora più cupo il clima di repressione tipico di un regime totalitario quale che era in quell''epoca in molti Stati dell'Est europeo.
Il film duro come la musica di cui si fa portavoce l'eccentrico protagonista, portavoce di una denuncia senza mezzi termini portata avanti senza alcun intento volto ad accattivarsi facili consensi, punta con energia a tener vivo il senso della protesta e a rappresentare la lotta impari degli oppositori, letteralmente posti sotto silenzio, torturati e seviziati per assicurarne il controllo.
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