Regia di King Vidor vedi scheda film
In una cittadina operaia del Massachusetts Stella sogna la bella vita, che per lei si incarna in un ex milionario finito a fare il dirigente di fabbrica. Riesce a sposarlo, ma i due sono troppo diversi: quando lui si trasferisce a New York per lavoro, di fatto la coppia si separa. All’inizio i ruoli sono ben definiti e i giudizi netti: lui è ingenuo e sincero, lei lo usa solo come trampolino di lancio per la sua ascesa sociale. Sono due personaggi che non si evolvono, restano fedeli a sé stessi, semmai rimarcano ulteriormente le proprie caratteristiche: lei diventa sempre più volgare e pacchiana (fin troppo, in certe scene), lui sempre più elegante e raffinato; e anche le persone che scelgono per consolarsi sono conformi ai rispettivi gusti: lei un buzzurro danaroso (ma non per molto), lui una ex fiamma rimasta vedova e mai dimenticata. Insomma, lui e lei sono come due rette che si sono incontrate in un punto per poi allontanarsi: ma in quel punto è nata una figlia, e da lì nasce il dramma nella seconda metà del film. Anche in questo c’è coerenza: fin dall’inizio lei ama la figlia più di qualunque altra cosa; quindi il sacrificio più grande che può fare, quello che la riscatta umanamente, è farsi da parte per il bene della ragazza. Gran bel finale e gran bella prova della Stanwyck, che esce di scena in silenzio sotto la pioggia.
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