Regia di Juan Bosch vedi scheda film
Horror spagnolo ispirato dal celebre film di Friedkin (L'esorcista) ma contraddistinto da un'identità territoriale e un approfondimento non banale dei protagonisti. Scritto e interpretato dal mitico Jacinto Molina (Paul Naschy).
Gran Bretagna. Dopo aver partecipato a una cerimonia satanica all'interno di un castello, Leila (Mercedes Molina) muta drasticamente carattere, mettendo in allarme la madre e il fratello John (Joan Llaneras). Quest'ultimo vuole allontanare Leila dal fidanzato Richard (Roger Leveder), considerato un drogato e noto frequentatore di un circolo eretico che pratica messe nere. John consulta anche padre Adrian (Paul Naschy), convinto che la sorella possa essere vittima di una forza demoniaca. Dopo i misteriosi decessi di John e Richard, avvenuti per mano di un ignoto assassino, padre Adrian scopre che Leila è posseduta dallo spirito del padre defunto. Mostra infatti i sintomi dell'invasamento: le pupille degli occhi orrendamente mutate, si esprime con la voce maschile del genitore utilizzando il turpiloquio, vomitando, e ha persino i tratti del viso orribilmente alterati. A quel punto, Padre Adrian interviene per compiere il rituale dell'esorcismo.
"Dove la scienza non può arrivare, la fede può avere un posto." (Padre Adrian)
"Ho letto di Urbain Grandier e delle Orsoline di Loudun. E anche di Nicole Aubry, 'il demone di Vervins', e di Louise Lateau, 'la stigmatizzata belga'." (Commissario/Juan Velilla)
Interessante horror d'epoca, che la distribuzione italiana rilascia nelle sale cinematografiche con un titolo già utilizzato qualche anno prima per un altro film spagnolo, sempre interpretato da Paul Naschy/Jacinto Molina e rientrante nel ciclo licantropico di Waldemar Daninsky. Questo "Exorcismo", scritto e interpretato da Naschy è conseguente al successo internazionale del film diretto da Friedkin, ovvero L'esorcista (1973), anche se a detta dell'attore sarebbe stato scritto prima dell'uscita del più celebre film. Va riconosciuto a Naschy di avere avuto la capacità di intraprendere un percorso narrativo più elaborato della media dei vari epigoni, anche italiani, tratteggiando con approfondimento le psicologie dei protagonisti, come testimoniano le argute osservazioni, corroborate dal giudizio di disapprovazione, che Padre Adrian (interpretato da Naschy) - uomo di fede ma anche l'unico particolarmente scettico nei confronti della possessione, ritenendo in un primo momento Leila una schizofrenica - muove nei confronti di alcuni giovani e "viziati" ricchi, coinvolti in varie fasi della vicenda.
La bella fotografia rende merito a scenografie particolarmente efficaci, mentre l'esorcismo, limitato al quarto d'ora finale, viene lungamente introdotto da una storia comunque ben scritta e interpretata. Il regista Juan Bosch ha frequentato raramente l'horror, essendosi specializzato in particolar modo nel western, ma in questa circostanza ha saputo gestire con buon effetto una sceneggiatura che, per quanto derivativa, ha un suo perché.
"Satana si difende con tutti i mezzi. L’esorcista si fa aiutare da dei collaboratori incaricati di tenere fermo il posseduto. Nessuno di questi può parlare col posseduto. Se lo facessero, Satana ne approfitterebbe per attaccarli. L’unico che può parlare col posseduto è l’esorcista. Questi non dialoga con Satana. Semplicemente gli rivolge degli ordini. Se dialogasse con lui, Satana lo confonderebbe fino a sconfiggerlo."
(Padre Gabriele Amorth)
Trailer
F.P. 17/07/2021 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 89'52")
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