Regia di Chase Palmer vedi scheda film
La giustizia non funziona più. I suoi meccanismi fanno acqua da tutte le parti, tanto da averla tramutata in un’inestricabile trappola burocratica colma di malfunzionamenti - alcuni congeniti, altri derivati della scarsa propensione a essere elastica, equilibrata e comprensiva - che aggravano la situazione provocando ulteriori danni.
Un sistema sordo che colpisce in più direzioni. Da una parte, disincentiva chi vorrebbe sinceramente fornire il proprio contributo per migliorare lo stato delle cose, che deve scegliere se stare al traino, barcamenarsi o reagire remando contro, con il rischio di bruciarsi. Dall’altra marchia i colpevoli con macchie indelebili, spingendoli a commettere azioni avventate, a tentare la sorte pur di liberarsi di una condizione degradante e avere una vita migliore.
In Naked singularity, queste due categorie si ritrovano sulla stessa barca, finiscono in balia di un mare in tempesta, di un procedimento che dispone di molte munizioni impiegandole malamente.
A Casi (John Boyega – Attack the block, Star wars: Gli ultimi jedi) bastano solo tre anni di lavoro come avvocato d’ufficio per vedere compromessi quegli ideali che lo avevano immesso su questo percorso professionale.
Quando incrocia la strada di Lea (Olivia Cooke – Ready player one, Quel fantastico peggior anno della mia vita) finisce per essere coinvolto in una vicenda ingarbugliata, con un veicolo confiscato e messo all’asta che nasconde un ingente quantitativo di eroina.
Mentre Lea è incalzata da Craig (Ed Skrein – Deadpool, Tiger house), un criminale di mezza tacca e con idee complottiste, Casi è spinto da Dane (Bill Skarsgard – It, Castle rock), un suo collega, a entrare in azione per impossessarsi del carico, che ha un valore stimato in quindici milioni di dollari.
Quando arriva finalmente il momento di agire, si faranno vivi sia la polizia sia il legittimo proprietario della droga, obbligando le due parti in causa - Casi e Craig, con Lea in mezzo - a rivedere i loro piani per conquistare l’intera posta in palio.
Diretto e scritto dall’esordiente Chase Palmer, noto per aver sceneggiato It, Naked singularity vanta delle premesse intriganti che però finiscono precocemente risucchiate, e quasi del tutto scalfite, da un congegno abborracciato, intasato e sfaldato.
Combina varie tipologie di cinema, dal dramma giudiziario alla commedia nera (e sgangherata), dall’heist movie al retrogusto sociale, partendo da una dimensione attinente alla stretta realtà per poi dipanarsi e degenerare in una sequela - malamente e precipitosamente amalgamata e compressa - di singole situazioni che comunicano a stento tra loro, che, anche quando lo fanno, non raggiungono mai una sinergia strategica.
Dunque, il plot risulta deficitario, non andando mai oltre la dislocazione di elementi che si districano all’interno di un relativamente lungo conto alla rovescia, talvolta semplicemente aleatorio (il fumo non manca ma l’arrosto è assente, per quanto la chiusa sia significativa) e con incongruenze imperdonabili, che coinvolge un assortito ventaglio di partecipanti (all’appello non manca praticamente nessuna delle categorie ipotizzabili), nonché due protagonisti complementari nella posizione che assumono nei confronti del sistema.
A interpretarli, ritroviamo una febbricitante Olivia Cooke affiancata da uno stropicciato e sbigottito John Boyega. Nonostante non sfigurino affatto, la buona volontà che ribadiscono con strenua partecipazione dall’inizio alla fine non è comunque sufficiente per risollevare le sorti di una condizione generale che rimane troppo penalizzante.
In parole povere, Naked singularity ha delle potenzialità, purtroppo perlopiù inespresse, sovrastate da evidenti deficit strutturali, da un assemblaggio difficoltoso, dalla mancanza di slanci effettivamente performanti.
Tra perdenti nati e pesci grossi (francamente poco credibili), buone intenzioni ed egoismi (chi pensa al prossimo, chi solo a se stesso), delusioni e opportunità, tentazioni e malcontento, presupposti invitanti e congetture – a essere generosi - rivedibili.
Spuntato e sfilacciato.
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