Regia di Stefan Arsenijevic vedi scheda film
TRIESTE FILM FESTIVAL 2022 - CONCORSO LUNGOMETRAGGI - MENZIONE SPECIALE
"E poi Strahinja si preparò.
Indossò il velluto ed il broccato, e la seta costosa, più luminosa dell'acqua, più scarlatta del sole.
Come un falco serbo adorno, si mise in cammino."
Il regista Stefan Arzenljevic è nato e ha sempre vissuto a Belgrado, da decenni fulcro della rotta balcanica dei migranti, il cui esodo egli ha sempre potuto seguire, almeno in parte, con i propri occhi, dirigendo il suo sguardo sulla disperazione dei migliaia di profughi coinvolti.
Il regista ha sentito il dovere morale di occuparsi della loro causa ponendo l'accento sulle singole storie, trattando questi sventurati finalmente con la dignità di individui, e non come semplici numeri o fredde statistiche come invece troppo spesso la stampa e l'informazione tendono superficialmente a sintetizzare o tradurre ai relativi fruitori.
Allo stesso tempo il regista ha inteso proporci una rivisitazione in chiave moderna di un poema epico medioevale della tradizione serba, conosciuto come Banovic Strahinja, che è anche una parte integrante della letteratura locale e dell'intero patrimonio culturale del paese.
L'unione di questi due aspetti, con la sostituzione degli eroi nazionali serbi con i migranti africani dei nostri drammatici giorni, cerca di adattare questo poema alle vicissitudini attuali, nel rispetto dell'universalità tipica di questa e di molte altre opere letterarie fondamentali, con la speranza di riuscire a fare capire meglio entrambi, ovvero le radici dell'antico poema, e contemporaneamente le drammatiche dinamiche di questo tragico esodo di massa.
In questo modo l'epopea dei coniugi del Ghana Strahinja e Ababuo, che da migranti si ritrovano cacciati dalla Germania così ambita, e riportati in Serbia ove cercano riscatto cercando di affermarsi lui come calciatore professionista e lei, da attrice teatrale piuttosto nota, a insegnante di scuola materna, diventa una sorta di emblema di un tentativo di riscatto che finisce per separare anche la coppia stessa, che si divide, poi si riavvicina ma solo per cercare di salvare il salvabile ad almeno uno dei due.
Il film del quarantaquattrenne regista serbo conosciuto nel 2008 per Amore e altri crimini, è un film delicato e maturo, che sa tradurre le più intime sfaccettature caratteriali di un intenso rapporto di coppia devastato da una fuga frustrante e minato dal desiderio dei singoli di potersi almeno illudere di poter aspirare ad un futuro che assomigli a quello sognato da tempo.
Bravissimo in particolare il protagonista maschile, ovvero Ibrahim Koma, nei panni dello sventurato aspirante calciatore professionista Strahinja, che vede naufragare il suo sono di realizzazione e serenità familiare proprio nel momento in cui pare coronato il suo sogno di soddisfazione professionale.
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