Regia di Joanna Hogg vedi scheda film
79ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2022 – IN CONCORSO
Una madre e una figlia (entrambe interpretate da una Tilda Swinton ormai avvezza ai doppi ruoli) giungono ad un maniero nella campagna inglese, antica dimora patrizia che oggi è stata trasformata in un hotel. Superati alcuni disguidi relativi alla prenotazione, le due donne si installano in una stanza al primo piano dell’albergo, trascorrendovi alcuni giorni. Dalle conversazioni tra madre e figlia scopriamo che quel palazzo era appartenuto alla famiglia e che la mamma vi aveva trascorso periodi della sua infanzia , per questo la figlia regista lo ha scelto per scrivere la sceneggiatura del film che sta progettando, che ha al centro proprio il loro rapporto familiare.
Il film si tinge fin da subito delle sfumature dell’horror, dalle brume che circondano perennemente la magione al vento che soffia incessante, ad un inquietante cimitero al limitare del parco, agli strani e misteriosi rumori notturni provenienti d auna stanza del piano superiore e soprattutto dalla circostanza che non vediamo mai altri clienti dell’albergo, ma solo il personale (tra cui un inserviente nero che fa tornare in mente Shining). Il film di Joanna Hogg crea quindi una legittima aspettativa di star visionando un horror e ci attendiamo da un momento all’altro di vedere spuntare fuori fantasmi o inquietanti creature. E invece il film ci spiazza rivelandoci, ad esito di una strana cena di compleanno, che la madre non era mai stata in albergo. La visita alla casa era quindi un modo per la figlia di accomiatarsi dalla figura materna, dirle addio visitando quei luoghi carichi di ricordi e probabilmente anche attraverso la scrittura di un film sulla vita della donna e sul loro rapporto. Al mattino seguente la vediamo lasciare l’hotel e sulla porta incontra per la prima volta altri clienti, che stanno arrivando: un uomo che spinge un anziano in carrozzina, forse a replicare il medesimo schema.
Il film di Joanna Hogg riesce ad affascinare attraverso la sapiente creazione di un’atmosfera avvolgente e ammaliante nella sua tensione inquietante. Il suo ingannarci con la promessa non mantenuta di un horror che si rivela invece una riflessione sui rapporti affettivi e familiari non va vissuto come un tradimento, ma come un’intelligente provocazione da parte di un’autrice che sa osare l’originalità di sparigliare le convenzioni dei generi.
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