Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film
Peccato per un finale un po' frettoloso ...
Un efferato delitto porta un famoso poliziotto parigino ad indagare in una cittadina alpina . Contemporaneamente un altro detective indaga in quella regione su di una strana profanazione cimiteriale ... Diciamo che l' espediente narrativo di far confluire due casi apparentemente distanti in un' unica indagine è forse l' aspetto più accattivante di questo film , tratto da un best seller di Jean Christophe Grangè , che ha pure sceneggiato la pellicola . Il film è incalzante , con le varie morti in veloce successione , ma è pure molto confuso e persino il finale non è che chiarisca tutto proprio benissimo .
Mathieu Kassovitz dirige abilmente una pellicola che promette molto all' inizio , con i feroci e coreografici delitti legati a quell' inquietante ambiente di studio tra le montagne ( che mi ha ricordato l' abbazia de " Il nome della rosa " ) , con presumibili esperimenti eugenetici e con quel motto apparentemente misterico ma in realtà ingenuamente esplicito . Ma in definitiva mantiene poco , perchè le soluzioni narrative sono modeste ed il mistero si risolve in maniera frettolosa , lasciando ( a me ) ancora qualche dubbio sulla logica degli avvenimenti . A fare da sfondo alla vicenda sono i suggestivi paesaggi alpini savoiardi , qui particolarmente grigi e freddi , già ostili alla prima occhiata . L' accoppiata di divi d' oltralpe formata da Jean Reno e da Vincent Cassel si dimostra abbastanza affiatata mentre c' è poco da dire sul resto del cast , se non segnalare due brevi camei di Jean Pierre Cassel ( padre di Vincent ) e di Dominique Sanda . Da un regista acclamato come Kassovitz ci si poteva aspettare di più ? Forse , però ha costruito un buon thriller per almeno tre quarti . E quindi lo valuto 7 - .
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