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I fiumi di porpora

Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su I fiumi di porpora

di axe
8 stelle

In Francia, nella regione dell'alta Savoia, e' rinvenuto il cadavere di un uomo nudo, ucciso dopo essere stato mutilato. Modalita' dell'omicidio e posizione del corpo danno l'impressione che si tratti di un assassinio "rituale", collegato in qualche modo alla piccola universita' che ha sede nella vicina cittadina di Guernon. Sul caso indaga l'ispettore Niemans. Le sue indagini s'incrociano con quelle condotte dal tenente Max Kerkerian, che giunge a Guernon in seguito ad un'inchiesta su una profanazione di tomba nel cimitero della citta' di Sarzac. La ricerca della verita' porta i due poliziotti a scoprire fatti incredibili e raccapriccianti legati all'universita'. Un ottimo thriller con sfumatore horror, ben diretto da Mathieu Kassovitz, il quale trae ispirazione dall'omonimo romanzo di Jean-Christophe Grange. La trama e' molta agevole da seguire; l'interesse dello spettatore e' stimolato sin dalla prime sequenze, dedicate al rinvenimento del cadavere. Immediatamente entra in scena l'ispettore Niemans, il quale avvia una sorta di indagine personale con metodi non proprio "da manuale". La ricerca del poliziotto si svolge in un ambiente universitario austero, dominato dalle tradizioni, tra reticenza e sfiducia. La tensione montante in tali momenti e' rotta mediante l'inserimento delle sequenze che mostrano le indagini del giovane tenente Kerkerian, le quali sono ambientate in un contesto urbano certamente piu' "rassicurante". Quali legami vi siano tra i fatti di Sarzac e l'omicidio - cui ne seguono altri - di Guernon, e' spiegato nella seconda parte del film, che mostra i due investigatori far coppia per assicurare alla giustizia il responsabile dei fatti di sangue, il cui carattere maligno trova una giustificazione negli eventi che l'hanno spinto ad uccidere. Le vittime sono, infatti, responsabili di pratiche di eugenetica concepite ed attuate all'interno dell'universita', a danno della comunita' locale. I colpi di scena non mancano; e' data una certa attenzione ai dettagli macabri, in particolare quelli collegati agli omicidi. In cio', l'opera ha una certa affinita' con Seven. La coppia Jean Reno / Vincent Cassel, nelle vesti, rispettivamente, di Niemans e Kerkerian, funziona bene. I due sono complementari sia nello stile, sia nei ruoli. Jean Reno interpreta un personaggio ombroso, individualista, di poche parole. Il suo metodo d'indagine, efficace ma aggressivo, lo ha reso una sorta di mito tra i poliziotti piu' giovani, ma inviso ai vertici del corpo d'appartenenza. Vincent Cassel interpreta un giovane poliziotto, tenace ed intelligente, molto loquace e sempre pronto all'azione. Nonostante alcune prevedibili schermaglie, i due collaborano nella ricerca fino alla scoperta della verita'. Le ambientazioni conferiscono un'atmosfera "gotica" al racconto. Un cimitero, un convento, i locali di un'universita' che sembra ferma a molti decenni fa e di antiche abitazioni della cittadina di Guernon, la cupezza delle quali contrasta con la luminosita' e lo splendore degli esterni, raffiguranti panorami di media ed alta montagna. Completa il tutto una buona colonna sonora. Unico appunto al film, una epilogo un po' troppo sbrigativo. Ho rivisto questo film dopo una quindicina d'anni; nonostante avessi anche letto il libro, non ricordavo la conclusione. Ne ero rimasto soddisfatto in passato, ed il buon ricordo e' confermato. Una storia interessante si accompagna a valide atmosfere e buone interpretazioni.

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